Page 153 - 1
P. 153

Ethos e contesto. Le culture popolari fra rito e storia: l’eredità...   603


                    dottrinale di teologi, demonologi e inquisitori andava stereotipizzando
                    sotto la categoria demonologica del sabba credenze, culti agrari della
                    fertilità e altre più antiche espressioni della mitologia popolare, di cui
                    andavano pertanto setacciate le superstiti tracce .
                                                                    28
                       Ginzburg accetta la definizione di cultura folklorica, scrive: «A patto
                    però di precisare che “folklore” significa “cultura delle classi subal-
                    terne” (come ribadiva recentemente Lombardi Satriani)», una posizione
                    che avrebbe consentito di ricostruire l’intreccio complesso dei rapporti
                    di classe anche sul piano dell’ideologia (o sovrastruttura) entro una
                    società determinata, intreccio fatto di assimilazioni forzate o sponta-
                    nee, di scontri impliciti ed espliciti tra alto e basso . Ma nel frattempo
                                                                     29
                    egli spostava l’attenzione dai meccanismi di funzionamento della stre-
                    goneria in rapporto al contesto sociale (ovvero dalla persecuzione) ,
                                                                                      30
                    alle credenze degli accusati e all’orizzonte mitico di più antica stratifi-
                    cazione che vi faceva da sfondo . Dunque una sostituzione, nella pro-
                                                  31
                    spettiva  dello  storico,  della  superiorità  culturale  dello  sguardo  con
                    un’attenzione alla cultura dal basso e, in taluni casi, all’autonoma ap-
                    propriazione e interpretazione di elementi della cultura dotta e scritta
                    da parte della cultura bassa, come nella storia del contadino Menoc-
                    chio,  che  sapeva  leggere  e  raccontare .  In  questo  quadro  ginzbur-
                                                          32
                    ghiano,  il  carattere  oppositivo  della  cultura  popolare  si  stemperava
                    dunque nell’idea di una circolarità dei modelli culturali .
                                                                          33


                       28  Id., Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Torino, Einaudi, 1989; in
                    particolare l’Introduzione, pp. XIII-XLV, p. XXV; Id., Folklore, magia, religione, in
                    Storia d’Italia, vol. I. I caratteri originali cit., pp. 603-676.
                       29  Id., Stregoneria, magia e superstizione in Europa tra medioevo ed età moderna,
                    negli Atti della Tavola rotonda internazionale su Religione e religiosità popolare (Vi-
                    cenza, 25-26 ottobre 1976), «Ricerche di storia sociale e religiosa», VI, 1977, n. 11,
                    pp. 119-133.
                       30  Così era in particolare negli studi dell’antropologia storica britannica: H.R.
                    Trevor-Roper, The European Witch-Craze of the 16th and 17th Centuries, London,
                    Penguin, 1969; K. Thomas, Religion and the Decline of Magic: Studies in Popular
                    Beliefs in Sixteenth and Seventeenth Century England, New York, Charles Scrib-
                    ner’s Sons, 1971, London, Weidenfeld and Nicolson, 1971, trad. it. La religione e il
                    declino della magia, Milano, Mondadori, 1985.
                       31  C. Ginzburg, I benandanti. Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Sei-
                    cento, Torino, Einaudi, 1966.
                       32  Id., Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500, Torino, Einaudi,
                    1976, 1999.
                       33  Contro chi gli attribuiva, in maniera imprecisa, «l’idea dell’assoluta autono-
                    mia e continuità della cultura contadina», come P. Zambelli, «Uno, due, tre, mille
                    Menocchio»? Della generazione spontanea (o della cosmogonia ‘autonoma’ di un mu-
                    gnaio cinquecentesco), in «Archivio Storico Italiano», 137, 1979, n. 1, pp. 51-90, p.
                    59; o di contrapporre troppo nettamente cultura degli inquisitori e cultura degli
                    inquisiti, come A. Tenenti, Una nuova ricerca sulla stregoneria, in «Studi Storici»,
                    VIII, 1967, n. 2, pp. 385-390.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   148   149   150   151   152   153   154   155   156   157   158