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                   L’esigenza di una vasta comparazione nasceva come conseguenza
                dell’avanzamento della ricerca su singole aree regionali che presen-
                tavano una serie di affinità formali, sollecitando il dibattito sul rap-
                porto tra morfologia e storia, tra impostazione sincronica e diacro-
                nica.  Tanto  Ginzburg  che  Lombardi  Satriani  si  richiamano  non  a
                caso alle teorie del folklorista russo Wladimir J. Propp nella sua in-
                dagine sulle radici storiche dei racconti di fate, le quali si scoprivano
                come più antiche del feudalesimo e del capitalismo, di cui recavano
                riflessi ma che non le avevano prodotte, evidenziando come il muta-
                mento della struttura produttiva non influisse sulla sovrastruttura:
                una morfologia che creava la diacronia . Lo stesso concetto che at-
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                torno ad alcuni miti diffusi nella cultura europea, come quelli della
                «caccia  selvaggia»  e  dell’«esercito  furioso»,  articolerà  la  lettura  di
                Ginzburg sul rapporto asimmetrico tra forme e funzioni della ritua-
                lità popolare come nello charivari, probabile discendenza genealogica
                di un antico culto agrario dei morti . Il mito tracciava dunque geo-
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                grafie vaste e complesse, una diacronia nella sincronia testuale del
                documento folklorico: il mito folklorico della caccia selvaggia si ritro-
                vava  nella  credenza  cristianizzata  delle  processioni  notturne  delle
                anime purganti, su cui proprio allora Lombardi Satriani e Mariano
                Meligrana, ne Il ponte di San Giacomo, raccoglievano diffuse testimo-
                nianze anche per l’Italia meridionale .
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                   Il rifiuto del concetto di sopravvivenza, accentuando la sincronia
                sulla  diacronia  nelle  forme  culturali,  viene  ribadito  in  quegli  stessi
                anni Settanta da larghi settori della ricerca storico-antropologica eu-
                ropea.  Jean-Claude  Schmitt,  che,  riprendendo  Jacques  Le  Goff,  al-
                larga il concetto di “religione popolare” al contesto sociale, come patri-
                monio collettivo e non retaggio di una classe, vi ancora, anche rispetto
                alle manifestazioni più anomale (come la magia), funzioni culturali sto-
                ricamente  operanti,  preferendo  il  termine  di  «cultura  folklorica» .
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                   55  V.J. Propp, Le radici storiche dei racconti di fate, Introduzione di A.M. Cirese,
                Torino, Bollati Boringhieri, 1985; Id., Morfologia della fiaba, Con un intervento di C.
                Lévi-Strauss e una replica dell’autore, Torino, Einaudi, 1966.
                   56  C. Ginzburg, Charivari, associazioni giovanili, caccia selvaggia, in «Quaderni
                storici», XVII, 1982, n. 49/1, pp. 164-177. La suggestione frazeriana di Ginzburg
                è recepita attraverso la raccolta di postille all’opera di Frazer di Ludwig Wittgen-
                stein, Note sul “Ramo d’oro” di Frazer, Milano, Adelphi, 1975.
                   57  L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, Il ponte di San Giacomo. L’ideologia
                della morte nella società contadina del Sud, Milano, Rizzoli, 1982, pp. 55-83. Allo
                stesso ordine di concettualizzazioni si richiamava la definizione di «tempo folklo-
                rico» di J. Le Goff, Tempo della Chiesa e tempo del mercante. E altri saggi sul lavoro
                e la cultura nel Medioevo, Torino, Einaudi, 1977, p. 294.
                   58  J.-C. Schmitt, “Religione popolare” e cultura folklorica, negli Atti della Tavola
                rotonda su Religione e religiosità popolare cit., «Ricerche di storia sociale e reli-
                giosa», VI, 1977, n. 11, pp. 9-27.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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