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                pluralità  di  contesti  locali.  Egli  riprende  dall’antropologia  sociale  di
                Antonio  Gramsci  e  Robert  Redfield  la  separazione  tra  una  cultura
                «alta» e una «bassa» o dei «semplici», ovvero tra una cultura delle élites
                urbane e un’altra delle popolazioni rurali, e la precisa (secondo i ter-
                mini di Redfield)  descrivendo una «grande tradizione» come cultura
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                chiusa, a sola partecipazione dell’élite e in particolare della sua mino-
                ranza colta, e una «piccola tradizione» aperta, dove oltre al basso po-
                polo, al popolo «ricco» o «aristocrazia contadina», prende anche parte
                l’élite per la sua contiguità di vita con i ceti subalterni in molte aree
                d’Europa . Su questo punto in particolare l’impianto teorico di Burke,
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                derivato  dalla  tradizione  antropologica  britannica,  incontra  in  Italia
                mozioni critiche da Ginzburg (che scrive nel luglio 1979 l’Introduzione
                all’edizione italiana) e da Piero Camporesi.
                   Il primo gli rimprovera di desumere il significato dei messaggi cul-
                turali a partire dai simboli rituali, e non dalle strutture socio-econo-
                mico-istituzionali, di cui quei simboli erano il prodotto ; il secondo gli
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                contesta di definire un folklore popolare «in discesa», residuale e peri-
                ferico, insomma di scindere con taglio troppo netto le due culture e di
                trascurare la specificità del modello culturale agrario, osservato nella
                prospettiva urbanocentrica .
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                   In verità, Burke traccia le linee di contesti culturali a partecipazione
                sociale complessa, dove le culture alta e bassa convivono esprimendo
                la diversità dei ruoli sociali vissuti, ma anche operando in una possi-
                bilità di scambi. Le forme espressive simboliche, oggetto della sua in-
                terpretazione, comprendono la vasta gamma dei documenti folklorici:
                «performances» (cerimonie, feste, rituali), o meglio «happenings», come
                le definisce Burke, in cui una parte è fissata dal ritmo tradizionale ma
                come una sorta di canovaccio in cui agisce anche l’improvvisazione dei
                partecipanti; e manufatti («artifacts») come abiti, utensili, abitazioni,
                immagini,  produzioni  dell’arte  popolare.  I  dati  folklorici  comparati


                   65  R. Redfield, The Little Community: Peasant Society and Culture, Chicago-Lon-
                don, University of Chicago Press, 1967, trad. it. La piccola comunità. La società e la
                cultura contadina, Introduzione di L. Scaraffia, Torino, Rosenberg & Sellier, 1976.
                   66  P. Burke, Cultura popolare nell’Europa moderna cit., pp. 31-33.
                   67  C. Ginzburg, Introduzione a P. Burke, Cultura popolare nell’Europa moderna
                cit., pp. I-XV, pp. X, XIII. Ginzburg fa riferimento al concetto di folklore regionale
                in rapporto alle strutture produttive locali, come ad esempio nell’impostazione di
                Giovanni  Levi,  Regioni e cultura delle classi popolari,  in  «Quaderni  storici»,  XIV,
                1979, n. 41/2, pp. 720-731; Id., Centro e periferia di uno Stato assoluto. Tre saggi
                su Piemonte e Liguria in età moderna, Torino, Rosenberg & Sellier, 1985; Id., L’ere-
                dità immateriale. Carriera di un esorcista nel Piemonte del Seicento, Torino, Einaudi,
                1985, e con una nuova prefazione dell’autore, Milano, Il Saggiatore, 2020.
                   68  P. Camporesi, Cultura popolare e cultura d’élite fra Medioevo ed età moderna,
                in Storia d’Italia, Annali 4. Intellettuali e potere, a cura di C. Vivanti, Torino, Ei-
                naudi, 1981, pp. 79-157, pp. 82-83.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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