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Ethos e contesto. Le culture popolari fra rito e storia: l’eredità... 615
dunque sprovincializzare il Mezzogiorno italiano: riportare al centro
della questione sulla cultura contadina meridionale i suoi nessi con il
contesto storico-sociale di cui era espressione, con l’area storica me-
diterranea, con l’Europa, di cui era parte a un tempo simile e diversa .
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«Società» e «cultura», categorie d’indagine dell’antropologia storica, an-
davano ancorate al «contesto»: ovvero quell’unico sistema costituito
dall’ambito storico della cultura-società di cui i singoli elementi di
mentalità, comportamento, cultura materiale, rapporti produttivi, isti-
tuzionali erano tutti espressione. Pertanto il problema non era rico-
struire i reciproci influssi delle culture bassa e alta, insomma la dia-
lettica classista, ma la determinazione ideologica del mondo subal-
terno, la sua autonomia funzionale nella società storica e dunque
(come pure sosteneva Camporesi) l’estensione delle concezioni conta-
dine fuori del loro ambito naturale, la campagna, verso la città e i suoi
gruppi economici non soltanto agrari.
Nello specifico della gerarchia classista, poi, occorreva ribadire la
storica funzione politica di tutela dell’ordine comunitario detenuta
dall’elemento popolare (elemento già fortemente richiamato da
Thompson); ma al tempo stesso la presenza di valori, vocazioni, at-
teggiamenti (come l’ancoraggio alla terra, il senso dell’onore, la tra-
dizione magica, la religiosità) trasversali alla stratificazione gerar-
chica e riconducibili al comune contesto mediterraneo. Per questo
«ancestrale» legame fra terra e civiltà il Mezzogiorno assomigliava al
resto dell’Europa rurale , fino a che la rivoluzione industriale non
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sarebbe giunta a spezzarlo . L’insieme del «popolare», pertanto, non
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è il risultato di una specificazione classista, ma viene adoperato in
87 In questa direzione andavano, secondo Galasso, J. Davis, Antropologia delle
società mediterranee. Un’analisi comparata, Torino, Rosenberg & Sellier, 1980; ed
E.P. Thompson, Società patrizia, cultura plebea cit. Sul Mediterraneo come catego-
ria degli storici e degli antropologi e per la bibliografia successiva al classico lavoro
di Fernand Braudel, cfr. F. Benigno, Mediterraneo, in Id., Parole nel tempo. Un les-
sico per ripensare la storia, Roma, Viella, 2013, pp. 221-244.
88 G. Galasso, Cultura materiale e vita nobiliare in un inventario calabrese del
‘500, in «Rivista storica italiana», XC, 1978, pp. 769-774, poi in Id., L’altra Europa
cit., pp. 284-311. Galasso rinvia su questo punto agli studi di J.P. Labatut, Le
nobiltà europee dal XV al XVIII secolo, Bologna, il Mulino, 1982; R. Moro, Il tempo
dei signori. Mentalità, ideologia, dottrine della nobiltà francese di Antico regime, Mi-
lano, Savelli, 1981.
89 Allo stesso modo di Lombardi Satriani, Galasso afferma: «Il sistema di valori
di una società pre-industriale (o, meglio, se si vuole, pre-moderna) nelle sue espres-
sioni egemoniche più alte e più avanzate è più vicino, più congeniale a quello della
“cultura contadina” tradizionale che non a quello di una società moderna,
dell’epoca industriale»: G. Galasso, L’altra Europa cit., p. 448; cfr. anche le sue
considerazioni conclusive, ivi, pp. 453-462. Cfr. la lettura di L. Donvito, Mutamento
storico e dimensione antropologica. Note in margine a “L'altra Europa” di Galasso,
in «Societá e storia», 23, 1984, pp. 195-201.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)