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614 Francesco Campennì
Una riproposizione del problema dei rapporti tra «cultura conta-
dina» e culture non contadine all’interno di una più generale rimodu-
lazione della categoria del «popolare», viene avanzata da Giuseppe Ga-
lasso nella sua raccolta di scritti dal titolo significativo L’altra Europa,
apparsa nel 1982 , che porta la riflessione italiana e internazionale
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sul tema alla necessità di una decisa svolta storicista. Il popolare viene
qui inteso non soltanto in una declinazione classista, ma come più
generale «confine di umanesimo» o «zona d’ombra interna» alla cul-
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tura sociale nel suo complesso, e nell’ottica di un riposizionamento
della storia culturale del Mezzogiorno entro l’area mediterranea e oltre
come parte d’Europa. Gli studi storico-antropologici apparsi dagli anni
Cinquanta agli anni Settanta, dedicati alla società contadina nei suoi
rapporti con la società che la ingloba, poggiavano su un comparativi-
smo dilatato, non solo transregionale ma transculturale, che prescin-
deva per Galasso da una considerazione propriamente storica, di cui
al contrario occorreva recuperare la centralità .
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In Italia, le ricerche-inchieste di Manlio Rossi Doria , di Michele
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Lacalamita , di de Martino , di sociologi come Edward C. Banfield ,
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che descrivevano un mondo meridionale preistorico e pagano, immo-
bile nelle sue strutture materiali e morali, inserivano la condizione
contadina in una dimensione metastorica e continuavano una tradi-
zione intellettuale che aveva provincializzato il Mezzogiorno rispetto al
quadro italiano ed europeo . Obiettivo specifico di Galasso era
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79 G. Galasso, L’altra Europa cit.. Nel titolo di questo mio scritto seguo la prefe-
renza accordata da Galasso al termine «antropologia storica» rispetto a «storia an-
tropologica», cfr. ivi, Introduzione. Antropologia storica o storia antropologica, pp. 5-
9, p. 6.
80 L’espressione era usata in rapporto a zone molto sviluppate nell’Europa mo-
derna da E. de Martino, Furore Simbolo Valore, Milano, Il Saggiatore, 1962, seconda
ed. con Introduzione di L.M. Lombardi Satriani, Milano, Feltrinelli, 1980.
81 Galasso si riferiva a P. Laslett, The World We Have Lost, New York, Charles
Scribner’s Sons, 1965; a F.G. Friedmann, The World of «La Miseria», in «Partisan
Review», 20, 1953, n. 2, pp. 218-231; a H. Mendras, Sociétés paysannes: éléments
pour une théorie de la paysannerie, Paris, Armand Colin, 1976; a R. Redfield e al
suo modello di «piccola comunità contadina» (vedi sopra).
82 M. Rossi Doria, Dieci anni di politica agraria nel Mezzogiorno, Bari, Laterza,
1958; su cui S. Misiani, Osso e polpa. Manlio Rossi-Doria e la riforma agraria, in
«Storia economica», XV, 2012, n. 1, pp. 233-260.
83 M. Lacalamita, La civiltà contadina, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1959.
84 Specie il de Martino di Sud e magia, che Galasso definisce addirittura «la
meno riuscita ed accettabile tra le sue analisi della realtà del Mezzogiorno» (G.
Galasso, L’altra Europa cit., p. 457) e dove si sosteneva che la credenza meridionale
nella magia e nella iettatura fosse un’implicazione culturale del mancato sviluppo
di una borghesia moderna nel Sud.
85 E.C. Banfield, Le basi morali di una società arretrata, Bologna, il Mulino, 1976.
86 G. Galasso, L’altra Europa cit., pp. 431-452.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)