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Ethos e contesto. Le culture popolari fra rito e storia: l’eredità... 619
civile 102 . In questa nuova prospettiva di ricerca risultava fondamentale
l’opera dell’episcopato diocesano e lo studio dei documenti che attua-
vano i canoni tridentini: sinodi, visite pastorali, relazioni ad limina cui
era affidato lo sforzo di riorganizzazione delle diocesi e delle parroc-
chie, e che si rivelavano fonti importanti anche sul terreno entografico.
La religione popolare era così risultato di una storia pastorale di for-
mazione del basso clero, organico alle masse contadine, reclutato nelle
parrocchie e nel modello rurale delle chiese «ricettizie», e di catechiz-
zazione delle campagne. La dialettica tra pastoralità della controri-
forma e religiosità popolare, specie nelle sue forme più “arcaiche” del
magismo, espressione della miseria contadina, dava luogo a sincreti-
smi per cui il popolare entrava nell’istituzionale (molta attenzione ve-
niva data al ruolo delle confraternite e alla funzione creditizia degli enti
ecclesiastici) 103 .
Alla fine degli anni Sessanta anche Mario Rosa proponeva una
nuova metodologia nella ricerca sulla vita religiosa del Mezzogiorno,
lamentando una carenza negli studi di sociologia religiosa, troppo con-
centrati sull’aspetto pastorale, studi che piuttosto egli indirizzava
verso una prospettiva di regionalismo storico comparato che appro-
fondisse gli assetti socio-economici 104 . La “questione religiosa meri-
dionale” e la dicotomia Nord-Sud della storia italiana andava per Rosa
piuttosto riportata alla recessione economica meridionale di fine Cin-
quecento, causa principale del rallentamento della Riforma cattolica
al Sud, a differenza di un Nord che applicò con maggior successo le
misure tridentine 105 . La lezione di Rosa e De Rosa formava in quegli
anni una vera e propria scuola, i cui metodi erano condivisi da altri
studiosi dell’istituzione ecclesiastica, come Antonio Cestaro 106 , Carla
102 Id., Vescovi, popolo e magia nel Sud cit., p. 283.
103 G. De Rosa, Chiesa e religione popolare nel Mezzogiorno, Roma-Bari, Laterza,
1978. Sul percorso storiografico di De Rosa, L. Donvito, Dalla polemica antidemar-
tiniana alla “modernizzazione”: un itinerario di studi di storia socio-religiosa del Mez-
zogiorno, in «Società e storia», VII, 1984, n. 26, pp. 909-915; A.L. Coccato, a cura
di, Contributi alla storia socio-religiosa. Omaggio di dieci studiosi europei a Gabriele
De Rosa, Vicenza-Roma, Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa - Istituto
“Luigi Sturzo”, 1997.
104 Di cui offriva allora un’ottima prova la monografia di G. Galasso, Economia
e società nella Calabria del Cinquecento, Napoli, L’Arte Tipografica, 1967, poi Mi-
lano, Feltrinelli, 1975, e Napoli, Guida, 1992.
105 Cfr. M. Rosa, Geografia e storia religiosa per l’«Atlante storico italiano», in Id.,
Religione e società nel Mezzogiorno tra Cinque e Seicento, Bari, De Donato, 1976,
pp. 17-74; in particolare sulle province storiche pugliesi, Id., Diocesi e vescovi nel
Mezzogiorno durante il Viceregno spagnolo. Capitanata, Terra di Bari e Terra
d’Otranto dal 1545 al 1714, in Studi storici in onore di Gabriele Pepe, Bari, Dedalo,
1969, pp. 331-380.
106 A. Cestaro, Studi e ricerche di storia sociale e religiosa (dal XVI al XX secolo),
Venosa, Osanna, 1996.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)