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Ethos e contesto. Le culture popolari fra rito e storia: l’eredità... 621
sociali di non-credenza. Laddove invece la questione del cattolicesimo
o non cattolicesimo, della “destra” e della “sinistra”, più in generale
dell’atteggiamento religioso o agnostico della storiografia sulla cultura
religiosa, viene chiamata in causa per i suoi occhiali deformanti, re-
sponsabili di rappresentazioni «populistiche», mentre l’assunzione nel
punto di vista del ricercatore della consapevolezza di studiare società
di credenti, sia pure tali in una complessa morfologia fenomenica,
torna ad avere il suo giusto peso storiografico 112 .
Filoni di storia delle mentalità: la morte e i giovani, feste e rivolte,
faida e vendetta
Dai primi anni Ottanta il quadro metodologico ed ermeneutico che
aveva dato origine al concetto di mentalità collettiva – nella quale an-
dava a collocarsi la categoria di cultura popolare –, elaborato dalla
prima scuola francese delle «Annales» e diffuso in Italia, viene sottopo-
sto a dura critica dagli storici statunitensi e britannici. Messa in dub-
bio è l’ermeneutica oppositiva (alto/basso, oralità/scrittura, arcai-
smo/modernità) di quella prospettiva, ritenenuta anacronistica e ap-
plicata dall’alto alla realtà indagata: alla sua metodologia ricognitiva
di corpora testuali, di valori e atteggiamenti da ascrivere alla categoria
del “popolare” e alle sue tesi sull’acculturazione, si preferisce ora l’at-
tenzione ai meccanismi di diffusione, utilizzazione e trasformazione di
quegli oggetti culturali nella società 113 .
112 Per una rassegna storiografica, che porta gli studi sulla religione popolare
verso questa nuova prospettiva, cfr. D. Zardin, La "religione popolare": interpre-
tazioni storiografiche e ipotesi di ricerca, in «Memorandum», 1, 2001, pp. 41-60.
Sull’interazione tra modelli religiosi proposti dal “centro” e mentalità religiosa
delle “periferie”, Id., Carlo Borromeo. Cultura, santità, governo, Milano, Vita e Pen-
siero, 2010. Anche la ricerca di Massimo Cattaneo sui rapporti tra Chiesa ro-
mana e popolazione dell’Urbe e dei territori pontifici tra Sette e Ottocento, incro-
cia la prospettiva dal basso, dei ceti «subalterni», e dall’alto, della strategia di
disciplinamento oparata dalle istituzioni ecclesiastiche: M. Cattaneo, Convertire
e disciplinare. Chiesa romana e religiosità popolare in età moderna, Napoli, Fede-
rico II University Press, FedOAPress, 2022. La plebe romana è inquadrata nella
rete associativa devozionale, come le confraternite di Trastevere, che le forni-
scono la base organizzativa antirivoluzionaria nei moti del febbraio 1798 contro
la neonata Repubblica romana: Id., L’opposizione popolare al «giacobinismo» a
Roma e nello Stato pontificio, in A.M. Rao, a cura di, Folle controrivoluzionarie. Le
insorgenze popolari nell’Italia giacobina e napoleonica, Roma, Carocci, 1999, pp.
255-290.
113 Cfr. S.L. Kaplan, ed. by, Understanding Popular Culture cit., Preface, pp. 1-4;
S. Clark, Acculturation by Text, in Id., Thinking with Demons: The Idea of Witchcraft
in Early Modern Europe, Oxford, Oxford University Press, 1999; J. Wirth, Against the
Acculturation Thesis, in K. von Greyerz, Religion and Society in Early Modern Europe,
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)