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624 Francesco Campennì
interpretativo di Burke sul Carnevale viene infatti confermato da altre
letture di contesti propizi allo slittamento dal rituale festivo a quello di
rivolta, come per Yves-Marie Bercé 121 , Edward Muir ed altri 122 .
L’influenza su questa storiografia dell’etno-antropologia del rito di
Max Gluckman e Victor Turner 123 è evidente, e tuttavia il nesso festa-
rivolta portava questi storici a un ulteriore sviluppo del problema del
significato da attribuire al termine «popolare», specie sul terreno dei
conflitti civili e religiosi nell’Europa della prima età moderna. Si deve
a Edward P. Thompson e a Natalie Zemon Davis 124 la più articolata
definizione dell’azione popolare, dal rito al tumulto, nei termini di una
consapevole rivendicazione di diritti, azione cui il repertorio rituale-
festivo offriva mezzi espressivi e occasione per rompere il tempo ordi-
nario dell’ingiustizia. Nel basso popolo si scopriva dunque il deposito
di una tradizione politica e morale che lo costituiva garante di legitti-
mità, e non un relitto arcaico, che sfoga o viceversa soffoca nei suoi
riti istinti e paure ancestrali. Nell’ambito degli studi italiani, Angela De
Benedictis introduce su questo piano una prospettiva originale, già
utilizzata per l’area germanica 125 , ovvero quella dell’elaborazione
121 Y.-M. Bercé, Fête et Révolte. Des mentalités populaires du XVI e au XVIII e
siècle, Paris, Hachette, 1976, trad. it. Festa e Rivolta, Introduzione di D. Scafoglio,
Cosenza, Pellegrini, 1985.
122 E. Muir, Mad Blood Stirring: Vendetta and Factions in Friuli During the Renais-
sance, Baltimore-London, Johns Hopkins University Press, 1993. Sul Carnevale come
“mondo alla rovescia” e occasione di rivolta sociale, D. Fabre, Le monde du Carnaval,
in «Annales. Economies, sociétés, civilisations», 31, 1976, n. 2, pp. 389-406; B. Scrib-
ner, Reformation, Carnival and the World Turned Upside-Down, in «Social History», 3,
1978, n. 3, pp. 303-329; J. Lafond, A. Redondo, L’image du monde renversé et ses
representations litteraires, Paris, J. Vrin, 1979; più di recente, R. Muchembled, Une
histoire de la violence: De la fin du Moyen-Age à nos jours, Paris, Seuil, 2008.
123 Cfr. M. Gluckman, Potere, diritto e rituale nelle società tribali, Torino, Bollati
Boringhieri, 1977; V.W. Turner, La foresta dei simboli. Aspetti del rituale ndembu,
Brescia, Morcelliana, 1976.
124 Cfr. N. Zemon Davis, The Reasons of Misrule: Youth Groups and Charivaris
in Sixteenth-Century France, in «Past and Present», n. 50, 1971, pp. 41-75, trad. it.
Le ragioni del malgoverno, in Ead., Le culture del popolo. Sapere, rituali e resistenze
nella Francia del Cinquecento, Torino, Einaudi, 1980, pp. 130-174; Ead., The Rites
of Violence: Religious Riot in Sixteenth Century France, in «Past and Present», n. 59,
1973, pp. 51-91, trad. it. I riti della violenza, in Ead., Le culture del popolo cit., pp.
210-258. Su Thompson, vedi sopra. Sul nesso tra folklore e azione politica popo-
lare, anche R. Chartier, Culture populaire et culture politique dans l’Ancien Régime:
quelques réflexions, in The French Revolution and the creation of modern political
culture, 4 voll., Oxford, Pergamon Press, 1987-1994, vol. I. The Political Culture of
Old Regime, ed. by K.M. Baker, 1987, pp. 243-258.
125 Cfr. H. Schilling, Identità repubblicane nell’Europa della prima età moderna.
L’esempio della Germania e dei Paesi Bassi, in P. Prodi, W. Reinhard, a cura di,
Identità collettive tra Medioevo ed Età Moderna. Convegno internazionale di studio,
Bologna, Clueb, 2002, pp. 241-264.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)