Page 176 - 1
P. 176
626 Francesco Campennì
rizzata: e cioè o il popolo rivela nei suoi riti di violenza un substrato
arcaico e irrazionale, che può soltanto essere strumentalizzato da ele-
menti delle classi egemoni, oppure la sua azione acquista l’unico pos-
sibile margine di autonomia nella «compenetrazione tra la politica delle
élites e quella dei soggetti subalterni» 131 .
La posizione più rappresentativa di quest’ultima opzione è espressa,
sul tema del ribellismo nel Mezzogiorno spagnolo, da Rosario Villari 132 .
Questa prospettiva, mentre consente a Villari di classificare quella di
Napoli come rivoluzione politica dai tratti patriottici (contro altre posi-
zioni storiografiche che ne facevano una classica rivolta sociale antifi-
scale) 133 , apre a una cultura politica autonoma del popolo, nelle sue
frange superiori, solo in una dinamica di relazione di esso con la cultura
delle élites (borghesie urbane, nobiltà) 134 . La plebe urbana, la massa
contadina, il popolo del Carnevale e del folklore festivo, resta dunque
incapace di una cultura politica, di quel ruolo attivo nella difesa dei co-
muni confini della patria-comunità, che invece gli vengono più spesso
riconosciuti fuori d’Italia. Se sul terreno del conflitto la contrapposizione
in senso verticale è spesso predominante, sia pure entro quadri di frat-
ture e solidarietà trasversali alla gerarchia, sul piano rituale e simbolico
le forme della violenza delineano un orizzonte comune ai ceti, una con-
divisione di valori e significati, più che una frattura culturale. È ciò che
emerge dal particolare filone di studi sulla storia della lotta politica de-
dicato al tema della faida e della vendetta di sangue 135 .
131 La citazione è da F. Benigno, Violenza cit., p. 117.
132 Tutta la produzione di Villari si attiene a questa prospettiva, in cui il profe-
tismo astrologico rappresenta parte di quel fenomeno di circolarità di motivi cul-
turali delle classi alte presso le classi popolari, che preparano il tentativo rivolu-
zionario di metà Seicento: R. Villari, Congiura aristocratica e rivoluzione popolare,
in «Studi Storici», VIII, 1967, n. 1, pp. 37-112; Id., La rivolta antispagnola a Napoli.
Le origini (1585-1647), Bari, Laterza, 1967; Id., Il banditismo meridionale alla fine
del Cinquecento, in Il fenomeno del brigantaggio nella storia del Mezzogiorno, Atti
del IV Convegno nazionale di storiografia lucana (Pietragalla, 26-29 settembre
1974), «Archivio storico per la Calabria e la Lucania», XLII, 1975, pp. 31-42; Id.,
Rivoluzioni periferiche e declino della Monarchia di Spagna, in «Cuadernos de Hi-
storia moderna», La crisis hispánica de 1640, n. 11, 1991, pp. 11-199; Id., Per il re
o per la patria. La fedeltà nel Seicento, Roma-Bari, Laterza, 1994; Id., Politica ba-
rocca. Inquietudini, mutamento e prudenza, Roma-Bari, Laterza, 2010; Id., Un so-
gno di libertà. Napoli nel declino di un impero, 1585-1648, Milano, Mondadori, 2012.
133 J.H. Elliott, Revolts in the Spanish Monarchy, in R. Forster, J.P. Greene, eds.,
Preconditions of Revolution in Early Modern Europe, Baltimore-London, Johns Hop-
kins University Press, 1970, pp. 109-130.
134 Cfr. la sintesi di A.M. Rao, Rosario Villari e la storia delle rivolte, in «Studi
Storici», 54, 2013, n. 2, pp. 288-307.
135 Sulla distinzione tra faida e vendetta: J. Black-Michaud, Cohesive Force:
Feud in the Mediterranean and the Middle East, with a foreword by E.L. Peters, New
York, St. Martin’s Press, 1975; S. Carroll, Blood and Violence in Early Modern
France, Oxford, Oxford University Press, 2006.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)