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                In queste ricerche la donna ha una funzione centrale nel ciclo della
                vendetta. Come scrive Meligrana, che studia la vendetta di sangue in
                Calabria, la donna si fa custode della «memoria di sangue», fa giurare
                ai figli vendetta, ma essa è più in generale custode della «pedagogia
                familistica», mediatrice della memoria culturale tra i vivi e i morti 146 .
                In quanto la comunità arcaica non è semplice società di viventi, ma
                «include costitutivamente i morti» 147 , vive dell’equilibrio tra tempo sim-
                bolico, metastorico, e tempo storico.


                Rito versus politica? Ethos e contesto: una prospettiva

                   La grande eredità degli studi degli anni Settanta, nel campo che
                Galasso definì dell’«antropologia storica», sta nel lascito di una nuova
                «storia culturale», attenta al rapporto tra ideologie, pratiche e strutture
                economico-sociali, alla mediazione della dimensione morale e dei si-
                stemi di valore, secondo un approccio che muovendo dalla prospettiva
                teorica marxiana, la sottopose a una sperimentazione sul terreno e a
                una riformulazione critica negli aspetti che si rivelavano via via più
                carenti rispetto all’analisi delle società storiche e rispetto alle nuove
                domande del tempo presente. La prospettiva empatica del rapporto tra
                scienziato sociale e soggetti indagati o attori storici, speculare alla que-
                stione del confronto tra fonti culturali “alte” e “basse”, è la sua eredità
                epistemologica, sottoposta più volte a forti obiezioni critiche, ma as-
                sieme conservata e replicata per la grande possibilità di comprensione
                che essa dischiude. La tensione morale (orientamento ideologico o ispi-
                razione ideale, che la si voglia intendere) giocò il suo forte ruolo sia tra
                gli storici (intesi a ritrovare le voci degli umili), sia tra gli antropologi
                (votati in quegli anni a rendere più consapevole e unitaria l’identità di
                classe dei gruppi subalterni – ruolo ad esempio rivendicato da Lom-
                bardi Satriani per i contadini del Mezzogiorno, accanto agli operai del
                Nord): ma essa si tradusse, alla fine, in metodologia empirica, nell’ac-
                quisizione di un’importante mole di dati documentari che resero pos-
                sibile la prospettiva comparata e interdisciplinare degli studi, e anche
                spesso una specializzazione, se non una radicale revisione, dei quadri
                strumentali e teorici da cui si era partiti.




                   146  M. Meligrana, La vendetta e l’ideologia arcaica della morte nella società me-
                ridionale italiana, in La mort en Corse et dans les sociétés méditerranéennes, «Etu-
                des  corses»,  VII,  1979,  n.  12-13,  pp.  313-330,  p.  320.  Per  un  altro  contesto  di
                «società arcaica» in cui il codice della vendetta di sangue è rigidamente formaliz-
                zato,  cfr.  P.  Resta,  Pensare  il  sangue.  La  vendetta  di  sangue  in  Albania,  Roma,
                Meltemi, 2002.
                   147  M. Meligrana, La vendetta e l’ideologia arcaica cit., pp. 320-321.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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