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Il reclutamento dei ‘giovani’ delle aziende toscane nella Spagna andalusa… 135
Ai dipendenti era richiesta inoltre la massima discrezione e riserva-
tezza: anche in questo caso il giovane Orsi non mostrava grande accor-
tezza. Carteggiare o sparlare degli affari del negozio all’esterno era rite-
nuto disdicevole; nociva e lesiva dell’immagine dell’azienda, tale con-
dotta poteva portare al licenziamento diretto.
Risulta facile intuire come l’esperienza ebbe grande parte nell’ap-
prendimento della pratica mercantile di questi ‘giovani’, così il tempo
avrebbe permesso all’Orsi di dare buona prova di sé, accreditandosi
come persona di fiducia del negozio. Con lo scorrere degli anni chiamò
presso di sé il fratello Francesco, che introdusse nell’attività affidando-
gli incarichi di responsabilità sempre più ampi .
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Andava ancora meglio a Lorenzo Giuntini, giovane della «Buonfi-
gli-Gualanducci & C.» di cui perdiamo le tracce nel 1676, per poi
ritrovarlo alcuni anni dopo titolare della ragione «Lorenzo Giuntini &
C.» di Cadice .
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Dall’analisi della documentazione si evince quanto l’apporto di que-
sto personale fatto venire dalla Toscana incidesse sul buon andamento
dell’azienda. Su alcuni, riconosciute le qualità di base, si puntava senza
riserve; su altri si sperava nella buona riuscita di un esercizio continuo,
senza tralasciare l’insegnamento di quelle che oggi verrebbero definite
soft skills. Adolescenti o più maturi compagni, si poneva la massima
attenzione alla loro educazione in senso lato. Lo si capisce chiaramente
quando il direttore era costretto a redarguire alcuni impiegati più
esperti, per le prepotenze recate ai danni di altri .
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In merito all’ammontare delle retribuzioni del personale, gli unici
compensi a noi noti sono quelli di Tommaso e Francesco Orsi, dopo
un’esperienza pressappoco decennale il primo, quinquennale il se-
condo, rispettivamente di 350 e 120 pezze annue, più sei serve e tre
servi, tutti a libro paga del Garzoni . Chiaramente, questo personale
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richiedeva l’ampia disponibilità di spazi che solo un palazzo poteva for-
nire, agevolando l’azione di controllo del direttore su di essi.
Questi era tenuto a provvedere i dipendenti del vitto, alloggio e ve-
stiario, come quelle «camicie d’Olanda» che servivano ad abbigliare i
nuovi arrivati all’usanza del Paese; mentre delle cure mediche non si fa
menzione. Certo non se ne poteva fare a meno nei casi di estremo biso-
gno. In un’età contraddistinta da un elevato tasso di mortalità, questi
53 Aps, Protocolos, vol. 10286, I, Poder, Tommaso Orsi a Francesco Orsi, 18 mag-
gio 1684, c. 761rv.
54 Sulla nascita della «Lorenzo Giuntini & C.» di Cadice nell’agosto 1680, cfr. R.
Mazzei, La società lucchese del Seicento, Pacini Fazzi, Lucca, 1977, p. 105.
55 Asl, Archivio Garzoni, 62, n. 381, Siviglia-Lucca, Paolo Garzoni a Sebastiano
Vanni, 31 luglio 1685, cc. n.n.
56 Ivi, n. 72, Giovan Carlo Forteguerra a Sebastiano Vanni, 6 settembre 1689, cc.
n.n.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)