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20 Daniela Santoro
e cavalleria . L’attività notarile degli Aprea è documentata per un pe-
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riodo che complessivamente copre gli anni dal 1418 al 1475, con i nomi
di Nicola, per gli anni 1426-1461; Andrea, la cui attività è attestata a
Palermo negli anni 1435-1437; Antonino, di cui rimangono testimo-
nianze per un lungo arco temporale, dal 1419 al 1475; Domenico, per
gli anni 1418-1420; Giovanni, per l’anno 1474 . Quest’ultimo, in un
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privilegio del 2 settembre 1466 è nominato notaio pubblico e tabellione
per il regno di Sicilia .
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Il collegamento tra l’attività notarile di Nicola Aprea e il nuovo ente
assistenziale cittadino traspare da una serie di atti di varia tipologia
contenuti nei suoi registri, come risulta da alcuni esempi. Nel 1436 il
notaio Aprea redige il testamento di Gandolfa, vedova di Federico de
Federico (Federico de Federico): la donna, che vuole essere sepolta nella
chiesa di San Francesco nella sua cappella sub vocabulo sancti Salva-
toris, destina una serie di legati alle chiese di S. Francesco, S. Dome-
nico, S. Maria de Monte Carmelo, Santa Maria delle Vergini, Martorana,
S. Giacomo alla Marina; pro remedio anime lascia 40 onze che le spet-
tano come restituzione della dote al grande ospedale della città sub vo-
cabulo Sancti Spiritus; allo stesso ospedale lega un materasso di lana
cum travirserio e una coperta .
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Nel 1437 il notaio Aprea redige il testamento di Costanza, moglie
di Nicola Carissima, in cui oltre a legati a varie chiese, si prevede un
lascito per l’Ospedale grande di Palermo di un materasso, due paia
di lenzuola, un copriletto «ad opus lectorum existenti in dicto hospi-
tali» . Ancora: in un atto registrato dal notaio Aprea il 15 dicembre
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42 H. Bresc, Il notariato nella società siciliana medioevale, in Miscelànea en honor
de Josep Maria Madurell i Marimon, III, Colegio Notarial de Barcelona, Barcelona,
1979, p. 176; poi in Per una storia del notariato meridionale. Consiglio Nazionale del
Notariato, Roma, 1982 (Studi storici sul notariato italiano, VI), pp. 191-220.
43 Dato ricavato dal confronto tra gli inventari di registri e spezzoni notarili
dell’Archivio di Stato di Palermo. Il registro 830 che conserva il testamento di Andrea
de Clara, inventariato nell’ultima revisione come appartenente ad Antonino Aprea,
per gli anni 1450-51, contiene come in altri registri, atti ascrivibili a Nicola Aprea e
al 1435. Cfr. Soprintendenza Archivistica della Sicilia, Archivio di Stato di Palermo,
Notai I Stanza nn. 1-14.527, n. 42. Trascrizione e revisione a cura di S. Falletta
(2020), https://saassipa.cultura.gov.it/wp-content/uploads/2021/09/StanzaVI_
compressed.pdf
44 Asp, Rc, reg. 118, c. 148. Ringrazio dell’informazione la dottoressa Elisa Turrisi
che ha in corso uno studio su élites urbane e potere amministrativo a Palermo nella
seconda metà del XV secolo (Dottorato in “Patrimonio Culturale”, Università degli
Studi di Palermo, XXXVIII ciclo).
45 Asp, N, notaio Nicola Aprea, reg. 830, cc. 46-47r. Gandolfa era figlia del pisano
Colo di Nino Lancia, P. Sardina, Palermo e i Chiaromonte cit., p. 152. Su Federico de
Federico, tesoriere di Manfredi Chiaromonte, ivi, pp. 151-156.
46 Asp, N, notaio Nicola Aprea, reg. 831, c. 48bis.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)