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                    -  Baccalà              da 4,60 a 2,30       (£ per cantaro)
                    -  Sardine              da 2,27 a 1,13               “
                    -  Aringhe              da 5,05 a 2,52               “
                    -  Salmone              da 7,14 a 3,57               “
                    -  Cotone               da 23,06 a 11,53             “
                    -  Ferro                da 4,15 a 3,23               “

                    La nota si concludeva con la valutazione che il Ministro Palmer-
                ston aveva richiesto per l’abbandono della riduzione del 10%: «la ridu-
                zione del dazio sui pesci e sul ferro eguagliava circa la perdita del 10%,
                calcolando una sicura crescita delle importazioni di questi prodotti, e
                di conseguenza un aumento delle entrate» . Queste erano le basi pro-
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                poste dal Board of Trade e sottoposte al Ministro Palmerston, per l’av-
                vio della negoziazione di un nuovo trattato con il Regno delle Due Si-
                cilie. In una successiva nota del Board of Trade, indirizzata a Lord
                Palmerston, si sottolineava la necessità di proteggere l’articolo princi-
                pale del commercio britannico nei domini napoletani, lo zucchero raf-
                finato. Si avvertiva pertanto il Ministro di porre sulla questione la mas-
                sima attenzione in sede di negoziato, in quanto il dazio sul prodotto
                continuava ad aumentare, mentre il dazio sullo zucchero grezzo era
                stato abbassato ; ciò era fatto probabilmente – seguiva la nota – per
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                favorire il commercio con gli americani .
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                    Un memoriale dei commerciati inglesi a Napoli, fatto pervenire al
                Foreign Office, sosteneva il grave danno che avrebbe arrecato al com-
                mercio  britannico  nelle  Due  Sicilie  l’abbandono  della  riduzione  del
                10% su tutte le merci, e proponeva in alternativa di negoziare su altri
                punti con l’obiettivo di modificare il sistema fiscale napoletano .
                                                                             88
                    Le trattative si arrestarono alla fine del 1833, e si assistette ad
                ulteriori inasprimenti fiscali da ambo le parti. Nuovi incentivi e premi
                concessi dal governo napoletano alla propria marineria , generarono
                                                                      89
                malumori e lamentele dei consoli britannici, i quali vedevano in questi


                   85  Tna, Fo, 70/137, p. 136, 23 June - 1833.
                   86  Tna, Fo, 70/137, p. 138, 14 August - 1833.
                   87  Per il commercio del Regno delle Due Sicilie con gli Stati Uniti d’America vedi
                M. Ciccio’, Gli Stati Uniti e il Regno delle Due Sicilie nell’Ottocento, Rubbettino, So-
                veria Mannelli, 2020; R. Battaglia, Consular and Commercial Relations between the
                United States and the Italian States in 1800-1861, Anglo-Saxons in the Mediterra-
                nean, Goods and Ideas (XVII-XX centuries), Malta, 2007.
                   88  Tna, Fo, 70/137, p. 141, 20 August - 1833.
                   89  Il commercio estero napoletano veniva svolto soprattutto via mare, principal-
                mente attraverso il porto di Napoli che concentrava circa l’80% delle merci impor-
                tate; alla marina napoletana era stata concessa una riduzione daziaria del dieci
                per cento sulle merci trasportate. Vedi D. Demarco, Il crollo del Regno delle Due
                Sicilie cit., pp. 80-89.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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