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Il trattato di commercio anglo-napoletano del 1845              187


                    atti un chiaro tentativo di estromettere i mercanti inglesi dai vari rami
                    del commercio del Regno. In un lungo memoriale, sottoposto al Foreign
                    Office, venivano elencati tutti quegli atti del governo del Regno delle
                    Due Sicilie che privilegiavano la marina napoletana. Tra i diversi premi
                    concessi ai bastimenti nazionali, quello che più era visto come seria-
                    mente lesivo nei confronti degli interessi commerciali britannici, era
                    quello che garantiva un premio ai bastimenti che importavano carichi
                    dalle Indie dell’Est o dell’Ovest . In realtà – seguiva il memoriale – si
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                    trattava di bastimenti che importavano merci provenienti dal Nord e
                    Sud America, col chiaro tentativo di «voler completamente escludere
                    la concorrenza dai loro porti dei mercanti inglesi» . Inoltre – terminava
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                    la nota – questo sistema di premi veniva garantito anche ai bastimenti
                    provenienti dal Mar Baltico, in quanto vi era inclusa la Norvegia, e di
                    conseguenza il commercio del pesce stocco, da sempre uno dei mag-
                    giori  rami  del  commercio  britannico  nel  Regno  delle  Due  Sicilie  e
                    nell’intero Mar Mediterraneo , che veniva così ad essere intaccato dal
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                    sistema dei premi .
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                         Il Foreign Office rincarava la dose, passando anche alle minacce;
                    lo  stesso  Lord  Palmerston  avvertiva  l’ambasciatore  napoletano  che
                    «proseguendo con tale sistema fiscale – che concedeva iniqui privilegi
                    alla bandiera nazionale, manteneva dazi discriminatori sull’esporta-
                    zione degli oli – i commercianti inglesi avrebbero presto aperto nuove
                    rotte per rifornirsi di oli senza alcun dazio dai paesi adriatici, dalla
                    Grecia e dai paesi costieri dell’Africa» .
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                         Le trattative riprendevano nel 1838, con l’iniziativa da parte bri-
                    tannica di voler rinunciare al beneficio del 10%, a condizione che an-
                    che  Francia  e  Spagna  fossero  privati  dello  stesso  privilegio .  Il
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                       90  Tna, Fo, 70/157, p. 182, 24 December - 1838.
                       91  Ibidem.
                       92  Per il commercio britannico dello stoccafisso nel Mediterraneo vedi G. Pagano
                    De Divitiis, Mercanti inglesi nell’Italia del Seicento, cit., pp.180-190; M. D’Angelo,
                    Mercanti inglesi in Sicilia 1806-15. Rapporti commerciali tra Sicilia e Gran Bretagna
                    nel periodo del blocco cit., pp. 203-209.
                       93  Tna, Fo, 70/157, p. 182, 24 December - 1838.
                       94  Tna, Fo, 165/62, pp. 181-182, 29 August - 1834.
                       95  «All'annunzio del nuovo Trattato alcuni, come abbiam detto, si spaventarono.
                    Una nazione colossale, essi dicevano qual'è l'Inghilterra ed astutissima in faccende
                    commerciali, non discende a negoziare che all'aspetto di evidente lucro e forse per
                    sopraffarci ancora. Altri poi considerando lo stato miserevole dell'attuale commer-
                    cio e solleciti di uscirne, più utile credevan forse di quel che era la proposta. Il
                    miglior partito è quello di ponderare e di fissare con equilibrata lance gl'interessi
                    di  amendue  le  nazioni,  in  modo  tale  che  ciascheduna  senza  pregiudicar  l'altra
                    tragga il suo vantaggio». M. Solimene, Sulla proposta di un trattato di reciprocanza


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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