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188 Vincenzo Pintaudi
Ministro degli Esteri inglese faceva pervenire a Napoli i punti su cui
poter avviare la trattativa :
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1) Reciprocanza perfetta; assimilazione della bandiera inglese a
quella delle Due Sicilie nei porti del Regno e viceversa a favore della
Real bandiera nei porti della Gran Bretagna; ciò tanto per i diritti di
navigazione, quanto per quelli di dogana, all’importazione e all’espor-
tazione.
2) Rinunzia da parte dell’Inghilterra alla riduzione del 10% a con-
dizione che una simile rinunzia fosse richiesta anche alla Francia con
altro Trattato da stipularsi.
3) Riduzione, da ambo le parti, sui diritti d’importazione per quei
prodotti britannici e prodotti delle Due Sicilie che potevano favorire lo
sviluppo del commercio reciproco senza recar pregiudizio alle rispet-
tive industrie.
4) Il presente Trattato doveva durare dodici anni, rimpiazzando
quello del 1816, il quale sarebbe tornato in vigore allorché trascorsi i
dodici anni, l’attuale Trattato non si rinnovasse o non si stipulasse
un’altra Convenzione.
Il governo del Regno delle Due Sicilie si mostrava disposto alla
trattativa. Ferdinando II istituiva una commissione di esperti col
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compito di valutare le proposte britanniche per la stipulazione di un
nuovo trattato. Sulla questione nascevano all’interno del Regno napo-
letano due fazioni , gli oppositori e i fautori al nuovo trattato commer-
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ciale con la Gran Bretagna.
e di commercio tra l’Inghilterra e la Francia col Regno delle Due Sicilie, Stabilimento
tipografico dell’Ateneo, Napoli, 1840, pp. 57-58.
96 E. Pontieri, Il riformismo borbonico nella Sicilia del Sette e dell’Ottocento cit.,
p. 299.
97 La commissione era composta dal Presidente della Consulta Generale del
Regno, Marchese di Pietracatella, da i Consultori Caropreso e Capone, dal Procu-
ratore Generale della Corte dei Conti Giustino Fortunato, dagli Amministratori Ge-
nerali dei Dazi indiretti Principe Dentice e Cav. De Liguori, dal Presidente del Tri-
bunale del Commercio Maresca e dal Conte Ferdinando Lucchesi Palli dei Principi
di Campofranco. Venivano inoltre richiesti i pareri del Presidente del Consiglio dei
ministri, del Direttore generale della Polizia Del Carretto, del Luogotenente generale
di Sicilia Duca di Laurenzana e del Ministro degli Interni Santangelo. Cfr. E. Pon-
tieri, Il riformismo borbonico nella Sicilia del Sette e dell’Ottocento cit., p. 301.
98 Le divergenze erano tra i sostenitori del protezionismo, considerato la causa
precipua dello sviluppo dell’economia napoletana dopo la Restaurazione e quelli
del liberismo. Per il mantenimento del protezionismo e quindi per un rifiuto delle
offerte britanniche, si schieravano il Presidente della Consulta Generale del Regno
Ceva-Grimaldi, il Marchese Pietracatella e Giustino Fortunato; fautori invece del
liberismo e quindi delle offerte inglesi erano il Principe di Cassaro, il Marchese
Maresca e il Conte Lucchesi Palli. Per il dibattito tra fautori e oppositori al nuovo
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)