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Le reti dei mercanti e delle fazioni genovesi: commerci globali, guerre d’italia e...  39


                    2. Tra i Fregoso e i Gonzaga: Battista Monleone

                         Ai primi del Cinquecento le dinamiche delle guerre d’Italia s’inter-
                    secarono con quelle fazionarie a tal punto che a Genova l’alternanza
                    al dogato tra le potenti famiglie dei Fregoso e degli Adorno fu caratte-
                    rizzata da crisi e momenti di conflitto ancora più intensi di quelli che
                    avevano connotato il loro avvicendamento al potere nei decenni prece-
                    denti del Quattrocento.
                         Nel 1512 Genova era sotto il dominio francese di Luigi XII. Dieci
                    anni dopo, nel 1522, la città, sotto la nuova dominazione francese di
                    Francesco I, venne messa a sacco dalle truppe spagnole. In quei dieci
                    anni però non vi era stata una stabilità e continuità di governo, ma
                    diversi avvicendamenti al potere: il dogato di Giano Fregoso (nel giu-
                    gno 1512), il governatorato di Antoniotto Adorno (22 giorni, nel 1513),
                    il dogato di Ottaviano Fregoso (dal 1513 al 1515) e il suo governatorato
                    (dal 1515 al 1522), sotto la nuova dominazione francese. Le strutture
                    politiche e istituzionali genovesi nel corso del Quattrocento si erano
                    formate durante gli scontri di fazione e l’alternanza al potere delle due
                    famiglie dogali aveva coesistito con un sistema statutario di tipo re-
                    pubblicano.
                         I testi statutari di materia pubblica, le Regulae, pur non contem-
                    plando esplicitamente l’esistenza delle fazioni erano stati elaborati e
                    via via trasformati strutturando un sistema che coesisteva di fatto con
                    la  dinamica  fazionaria.  Quel  sistema  fragilmente  in  equilibrio,  che
                    pure aveva visto alternarsi più volte il ducato di Milano e il regno di
                    Francia sul dominio di Genova tra la fine del Trecento ai primi del
                    Cinquecento, subì dei sussulti ai primi del Cinquecento.
                         Con l’inizio delle guerre d’Italia il cancelliere e cronista cittadino,
                    Bartolomeo  Senarega,  segnalava  una  particolare  congiuntura,  che
                    accresceva la debolezza dei governi: le pressioni esterne del contesto
                    delle guerre interagivano con l’assetto interno del sistema fiscale e
                    finanziario. Spiegava Senarega che tra le due fazioni degli Adorno e
                    dei Fregoso, quella che non era al momento al governo offriva pro-
                    messe di ingenti somme di denaro agli eserciti delle potenze esterne
                    che in quel momento si contendevano la penisola italiana, in parti-
                    colare  quello  francese  di  Luigi  XII  e  di  Ferdinando  il  Cattolico,  in
                    cambio di un appoggio militare a riconquistare il dogato.
                         Il denaro sarebbe stato reperito in un secondo momento, una
                    volta che la famiglia si fosse insediata al dogato, avvalendosi della
                    casse della ricca Casa di San Giorgio, l’organismo del debito pubblico
                    genovese.  Quest’ultimo  era  divenuto  –  poco  prima  dell’inizio  delle
                    guerre d’Italia, nel 1490 – l’ente che gestiva la maggior parte delle
                    imposte indirette, mediante un sistema di anticipo al Comune degli
                    importi percepiti in un secondo momento sul territorio, utilizzando il




                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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