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44 Carlo Taviani
nell’area di Urbino e che anche in quel delicato frangente della guerra
genovese da Urbino portò uomini d’arme. Di Battista Monleone è
rimasta una traccia: gestiva le genti d’arme e le risorse belliche a
Savona .
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Negli anni immediatamente successivi, quando Ottaviano riuscì
a consolidare il proprio potere, anche Battista stabilizzò la propria
posizione e divenne intermediario per il marchese e la marchesa di
Mantova, procurando loro merci di lusso. Di lui sono rimaste di-
verse lettere. Commerciava in mastice (tipico dell’isola di Chio, nel
Mediterraneo orientale), l’essenza estratta dallo zibetto, l’ambra, i
coralli, le sete, i cavalli pregiati e i corami – ossia i cuoi lavorati -
per rivestire le pareti.
Battista si diede da fare per far produrre questi ultimi secondo i
dettami del tempo. Dalle lettere si evince che non solo venivano com-
missionate le misure, ma anche le decorazioni e che dovevano essere
particolarmente costosi, perché l’intermediario genovese proponeva
alla marchese di farli assicurare . Erano particolarmente apprezzati
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alla corte di Mantova, a tal punto che i motivi decorativi che li adorna-
vano erano stati replicati sulle stesse pareti del palazzo ducale: Man-
tegna aveva affrescato la cosiddetta camera picta in modo da imitare il
corame di fattura ispano moresca.
L’interesse è poi attestato anche per i decenni successivi e soprat-
tutto con Isabella d’Este Gonzaga (1474-1539), che ebbe un ruolo de-
cisivo per la corte come mecenate d’arte e collezionista. Seguendo lo
sviluppo alla corte dei Gonzaga del gusto e dell’interesse per i corami
e per quei prodotti e materiali che venivano definiti naturalia ed exotica
è possibile trovare informazioni sui legami tra le corti e le reti dei mer-
canti. L’interesse per i corami di Isabella si era andato formando con
molta probabilità a Ferrara, prima di raggiungere Mantova; lo lascia
pensare il fatto che, una volta stabilitasi presso i Gonzaga, uno dei
suoi preferiti fornitori fu Zoane, che già lavorava per il padre, Ercole I
d’Este a Ferrara .
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Sebbene per quel periodo, per motivi di conservazione, la docu-
mentazione estense sia meno generosa di quella gonzaghesca, tuttavia
36 Asg, Archivio Segreto, 3098.
37 Asm, Archivio Gonzaga, 758, c. 73. Lettera del 15 ottobre 1516. «Che epssi
corami siano facti segondo le misure, e pio sianon mandati con le sei o octo pelle,
et interim Vostra Excellentia mi po’ scrivere se vole che mandandolli si faciano
asicurare, acioché in caso de sinistro né Vostra Excellentia né io ne habiamo il
danno, e perché mi scrive non sapere s’Ella mi sia obligata al danno che ho havuto
in la seta».
38 A. Morari, Le pareti delle meraviglie. Corami di corte tra i Gonzaga e l’Europa,
Paolini, Mantova, 2022, p. 57.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)