Page 210 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 tenuta a Pisa nella chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano di una serie di
                 messe funebri, tra novembre e dicembre, lungo dunque il periodo nata-
                 lizio. Si conferiva così a quelle morti un carattere di eccezionale e inde-
                 lebile sacralità, come venne più volte esplicitamente enunciato nelle
                 orazioni funebri, ricche di richiami biblici, tenute fra l’altro, a Pisa, Bar-
                 cellona, Roma, Venezia.
                     Lepanto era stata una giornata decisiva nella storia, si affermava
                 con profonda convinzione, e per questo tutti i discorsi, in ogni loro
                 espressione furono ripetuti nel primo anniversario dell’evento, consa-
                 crato nel suo eterno immutabile valore. Nell’esaltazione dei comandanti
                 è naturale che in ogni stato e città fossero privilegiati quelli ‘nazionali’,
                 ma in un nome almeno tutti vollero riconoscersi, quello di don Gio-
                 vanni d’Austria; sono numerosi i nomi menzionati dal nostro storico
                 per il ricordo che se ne è conservato all’epoca o in seguito, sino ai nostri
                 giorni, qualcuno forse anche rimasto meno noto, come il nobile peru-
                 gino Ascanio della Cornia, celebrato nella sua città dove, tornato con
                 gloria, non riuscì a superare le ferite subite in battaglia, o Maximilian
                 Fugger (1550-1588), della nota famiglia tedesca, la cui memoria per
                 l’impegno dei discendenti fu onorata come ‘eroe di Lepanto’, dove era
                 stato presente da giovane, a fianco del capo supremo.
                    A protrarre la soddisfazione per la vittoria e a replicarne gloria e
                 merito per tutti coloro che vi avevano partecipato, e insieme per man-
                 tener viva la volontà solidale di fronteggiare il nemico umiliato, servì lo
                 scambio variamente incrociato di speciali inviati diplomatici, che repli-
                 carono da una corte all’altra congratulazioni e riconoscimenti, lungo
                 l’intero ultimo trimestre dell’anno della vittoria; anche questa pagina
                 di Lepanto come ‘evento’, viene ricostruita e commentata in tutte le sue
                 valenze (pp. 718-755, con elenco preciso, denso di indicazioni archivi-
                 stiche nelle note, d’una quarantina di quelle missioni).


                 Profezie e miracolo

                    L’aspetto religioso che contrassegna la vicenda storica e, più ancora,
                 la ‘costruzione’ e la memoria secolare dell’evento Lepanto, ha avuto, si
                 è già visto, molteplici aspetti: fondamentale – fra gli altri – la fitta rete
                 intrecciatasi fra l’approssimarsi degli anni Settanta del Cinquecento e
                 i primi dopo la battaglia, di profezie e pronostici; dopo la vittoria si rie-
                 vocarono episodi, spesso fugaci momenti, segni, parole in cui si volle
                 vederne il preannuncio; la ‘profezia’, ritrovata in una o altra sede,
                 riscuoteva credito poiché serviva ad attestare che l’evento era già nella


                                                                                n. 47
                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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