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Lepanto come ‘evento’ nell’opera di Stefan Hanns 635
volontà divina. Agli innumerevoli segni di felice annuncio se ne aggiun-
gevano altri, di giorno in giorno dopo il 7 ottobre, interpretati come
pronostico di ulteriori futuri successi, tutti convergenti nella ferma
fiducia di un irreversibile declino della potenza ottomana. Supremo
attestato del diretto esplicito intervento divino divenne la visione da
parte del pontefice Pio V, mentre era raccolto in intensa preghiera nelle
sue stanze, di ciò che accadeva nelle lontane acque greche, una visione
reale, diretta e convincente, da non lasciar dubbi, del vittorioso svolgi-
mento della vittoria; il miracoloso episodio della visione, conferma del
carattere miracoloso dell’esito dello scontro navale, si accreditò sempre
più, corroborato di circostanziati elementi, e trovò ben presto consa-
crazione nell’affresco anonimo, di un secolo dopo, nella chiesa della
Madonna della Quercia di Viterbo e nel quadro di Ioannes Peeters,
nella chiesa di San Paolo ad Anversa. La visione avuta dal pontefice,
ricordata anche nel suo monumento funebre, e la sua volontà di ren-
dere grazie per la intercessione della Madonna – impetrata mediante
la recita del santo rosario – sono diventati elementi essenziali della
memoria collettiva di quel eccezionale evento storico.
La fiducia di potersi sottrarre al timore del turco si consolidò nel
ventennio dopo Lepanto, sino al manifestarsi – come negli Oracola Leo-
nis, un testo greco-veneziano attribuito all’imperatore bizantino Leone
il Saggio, edito nel 1596 – con profezie sulla prossima fine dell’impero
turco, ed in altri autori come il medico e alchimista ebreo David de
Pomis ( pp. 756-801, Lepanto - Wunderdiskurse zwischen den Konfes-
sionen e parimenti zwischen den Religionen).
Chi legge con attenzione il volume ma anche chi soltanto lo sfoglia
per ‘farsene una idea’, rimane colpito dal contenuto delle note – alcune
migliaia – quasi senza eccezioni funzionali a fornire precise indicazioni
archivistiche in riferimento diretto al testo; ci si rende dunque ben
conto della varietà e quantità di documenti reperiti e altrettanto della
padronanza della loro gestione. Le appendici dell’apparato critico, quasi
150 pagine, si aprono con l’elenco delle fonti, archivistiche e mano-
scritte, elencate sotto le rispettive sedi, dunque Venezia, ovviamente,
Barcellona, Napoli, e altre città marittime e le capitali con i loro grandi
archivi (Londra, Roma, Parigi). La consultazione di molte fonti inedite
in città tedesche si spiega con il fatto che molte di altri paesi sono state
già ampiamente pubblicate o comunque sono già state utilizzate da
altri autori, e ad essi perciò si rinvia nella citazione, mentre sul tema
di Lepanto Hanns ha esteso la ricerca in Germania rispetto agli stu-
diosi precedenti. Ma aver cercato e trovato qualcosa a Budapest e a
Chicago, a Edirne e a Cracovia, e anche a Zurigo e Lisbona, come a
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)