Page 22 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                    La capacità di gestire questi incontri in corti lontane e senza l’ap-
                 poggio di persone fidate poteva essere un lavoro logorante, come osser-
                 vava il segretario mediceo Antonio Serguidi per confortare il collega e
                 amico Camillo Guidi, segretario di legazione in Spagna a cui era stato
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                 ordinato di rientrare a Firenze , scrivendo che «giudico meglo l’essere
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                 presente a dire i fatti suoi, che andar per uomo d’altri» .
                    Questi elementi non sono riportati nei carteggi che gli ambasciatori
                 inviavano alle cancellerie. Le loro lettere sono abbastanza reticenti poi-
                                                                    52
                 ché non sono argomenti da riferire al proprio sovrano . Avviene di par-
                 lare di questi incontri nei dispacci quando si tratta di cerimonie
                 pubbliche o quando concernono la questione delle spese: l’arrivo
                 presso la corte richiede di far fare la livrea; una nuova incombenza o
                 un impegno pubblico – per esempio il dovere di portare il lutto – com-
                 porta l’acquisto di nuovi abiti; l’usura delle livree o quella della carrozza
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                 richiedono altri denari . Più spesso di pranzi, feste e passeggiate, nelle
                 fonti consultate non si parla. Il diplomatico deve comunicare le visite,
                 date e ricevute, che dovevano effettuarsi all’arrivo con ambasciatori,
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                 inviati e altre figure eminenti della corte . Inoltre magari riferisce, tra-
                 mite qualche accenno, di colloqui con altri individui, per far capire che
                 ha una propria rete di conoscenze, ma non può usare il tempo o la
                                                                             55
                 carta delle lettere per entrare nel dettaglio di queste faccende . Non-
                 dimeno i rapporti allacciati in queste occasioni, benché non molto visi-
                 bili, andarono ad alimentare un comune senso di appartenenza,
                 certamente incompleto ma talvolta efficace per la creazione di forme
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                 provvisorie di solidarietà o complicità . Per questa ragione appaiono
                 di grande interesse alcune fonti relative alla corte di Filippo II che fanno


                    50  F. Martelli, C. Galasso (a cura di), Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in
                 Spagna e nell’«Italia spagnola» (1536-1648), vol. II, 1586-1648, Ministero per i Beni e le
                 Attività culturali, Roma, 2007, p. 9.
                    51  Asf, Mediceo del Principato, 5047, 176 il cavalier Antonio Serguidi a Camillo Guidi,
                 Firenze, 29 luglio 1590.
                    52  R. Sabbatini, L’occhio dell’ambasciatore. L’Europa delle guerre di successione nel-
                 l’autobiografia dell’inviato lucchese a Vienna cit., p. 216 osserva che Mansi non racconta
                 quasi niente a proposito «di feste di corte, serate trascorse nelle conversazioni o al gioco».
                    53  L’ambasciatore straordinario Matteo Botti, arrivato a Madrid il 5 settembre 1609,
                 in primo luogo fa fare le livree, Asf, Mediceo del Principato, 5079, c. 100, lettera di Matteo
                 Botti a Belisario Vinta primo segretario di Stato, 2 ottobre 1609.
                    54  Dopo che ha richiesto l’udienza al re, l’ambasciatore appena arrivato può avviare
                 gli incontri con gli altri diplomatici lì presenti, Asf, Mediceo del Principato, 5079, c. 88,
                 lettera di Matteo Botti a Belisario Vinta primo segretario di Stato, 23 settembre 1609.
                    55  Alcune riflessioni in proposito in D. Ménager, L’art de l’ambassadeur: rumeur,
                 mémoire, subjectivité, in D. de Courcelles (ed.), Mémoire et subjectivité (XIVe-XVIIe siècle).
                 L’Entrelacement de memoria, fama, et historia, Publications de l’École nationale des
                 chartes, Paris, 2006, pp. 51-60.
                    56  Insiste sulla instabilità delle relazioni di collaborazione fra diplomatici interessati
                 al collezionismo artistico M. Keblusek, The Embassy of Art: Diplomats as Cultural Bro-


                                                                                n. 47
                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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