Page 24 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 mazioni a proposito della vita pubblica del diplomatico negli spazi
                 della sua abitazione:

                    L’ambasciatore – scriveva Orazio della Rena riferendosi a Lenzoni – è visitato
                 in casa dalli nuntii et tutti l’altri ambasciatori quali l’amono come fratello. Et
                 questi ministri regii con li quali pratica ne riceve ogni affetione et dimostratione
                 sostenendo il suo grado con molta gravità et riputatione. Et tutto questo ho
                 voluto dire per debito di verità et di mio offitio et perchè il secretario [Camillo]
                 Guidi mi pare habia hauto molto torto a fare contraria relatione. [...] La sua
                 casa [dell’ambasciatore] è così ornata di molte stanze parate et di arazzi
                 d’i[n]verno et di drappi d’estate quanto altra di qualsiasi ambasciatore. Si man-
                 gia sempre in argenti et la famiglia in stagni. La tavola è così abondante che
                                                                 60
                 sempre vi è luogo per più duoi o tre galant’huominj [...] .

                    La relazione affrontava in primo luogo il tema delle visite: l’amba-
                 sciatore dava e riceveva visite adeguate al suo rango. Nel quadro della
                 società gerarchica di antico regime le visite erano necessarie per dare
                 pubblica dimostrazione del grado acquisito e della posizione occupata
                 dall’ambasciatore, e Lenzoni si era comportato con «molta gravità et
                 riputatione» così come il suo rango gli imponeva. Abboccamenti, con-
                 versazioni e pranzi dovevano essere condotti conoscendo le norme del
                 vivere cortigiano, con la capacità di agire con «disinvoltura» e usare una
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                 «certa sprezzatura»  e tenendo sempre vigile l’attenzione. Le suppellettili
                 e l’apparecchiatura della tavola dovevano essere consone allo status del
                 principe che l’ambasciatore rappresentava. Anche sotto quest’aspetto
                 Lenzoni non aveva fatto brutta impressione e la sua tavola era compa-
                 rabile a «quanto altra di qual’sia ambasciatore» e sempre pronta di
                 fronte agli imprevisti, ovvero alla necessità di accogliere a pranzo uno o
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                 più ospiti inattesi senza sfigurare . Si tratta di opportunità che i diplo-
                 matici degli stati minori dovevano saper cogliere e per le quali dovevano
                                                                              63
                 predisporre una strategia dell’apparenza adeguata al loro rango .

                    60  Bozza dell’ambasciatore [Francesco] Lenzoni di quel che fece scrivere dal segretario
                 [Orazio della] Rena a S. A. [Ferdinando I de’ Medici] in discolpa della casa et trattamento infe-
                 lice che teneva, datami dal medesimo Rena, Asf, Mediceo del Principato, 1593, c. 188r e ss.
                    61  Baldassar Castiglione, Il libro del Cortegiano. Il manoscritto di tipografia, a cura di
                 A. Quondam, Bulzoni, Roma, 2016, p. 41; A. Quondam, Forma del vivere. L’etica del gen-
                 tiluomo e i moralisti italiani, Il Mulino, Bologna, 2010, pp. 540-543.
                    62  Sull’ospitalità nel caso dell’ambasciatore inglese a Roma nel primo Cinquecento
                 C. Fletcher, ‘Furnished with Gentlemen’: the Ambassador’s House in Sixteenth-Century
                 Italy, «Renaissance Studies», 24 (2010), pp. 518-535; nel secolo XVII l’ambasciatore
                 inglese in partenza riceveva in prestito l’argenteria, H. Jacobsen, Ambassadorial Plate of
                 the Later Stuart Period and the Collection of the Earl of Strafford, «Journal of the History
                 of Collections», 19 (2007), pp. 1-13.
                    63  I termini sono molto comuni ma un riferimento recente è al volume curato da P.
                 Bianchi, A. Merlotti, Le strategie dell’apparenza. Cerimoniali, politica e società alla corte
                 dei Savoia in epoca moderna, Zamorani, Torino, 2010.


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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