Page 29 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Diplomazia, occasioni pubbliche e solidarietà degli ambasciatori nella prima età moderna 453
In questo conflitto è interessante vedere quale fu la posizione di Khe-
venhüller. Se nel 1584, a proposito della carrozza, egli aveva preso le
parti del rappresentante di Mantova, ora, di fronte alla esplicita richie-
sta dei rappresentanti di stati minori italiani di ricevere lo stesso trat-
tamento dei grandi ambasciatori, l’imperiale ritirava il suo appoggio.
La polemica lo aveva infastidito, poiché non era disponibile a difendere
richieste che giudicava esorbitanti. Tutto era nato – osservava – dalla
«demasiada licencia que se tomavan en sus acciones y cosas los emba-
jadores de los príncipes de Italia, queriendo gozar igualmente de los
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privilegios concedidos solamente a los embajadores de los reyes» .
A suo avviso le pretese degli ambasciatori di stati italiani erano state
eccessive e lo sdegno di Filippo II era giustificato. Concordava con il re
nel distinguere lo status degli ambasciatori di teste coronate da quello
degli emissari dei «príncipes de Italia». L’opposizione espressa in questo
caso dall’ambasciatore imperiale si era già delineata nel corso degli
anni precedenti, come indica un episodio che nel 1581 aveva visto pro-
tagonista Annibale Cavriani, ambasciatore mantovano alla corte di
Filippo II. Cavriani era una figura di grande esperienza in ambito diplo-
matico. Durante gli anni del duca Guglielmo Gonzaga (1550-1587) fu
inviato più volte presso la corte imperiale e quella spagnola. Nel 1559-
60 si recò a Vienna, nel 1568-70 fu inviato a Madrid e di nuovo alla
corte imperiale nel 1574. Fra il 1581 e il 1583 era ambasciatore ordi-
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nario in Spagna . All’inizio di questa missione Cavriani aveva avuto
uno scontro con un alguacil e lo aveva picchiato. Ne era seguito un
momento molto difficile, con l’arresto dell’ambasciatore. Dopo quattor-
dici giorni fu liberato ma, scriveva Khevenhüller attribuendosene il
merito, «quiero creer (sin vanagloriarme) que si yo no hubiera escrito
sobre esto al rey en términos adecuados, no habría sido liberado tan
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pronto» . Dall’episodio Khevenhüller aveva tratto spunto per riflettere
in profondità sulla situazione degli ambasciatori e in particolar modo
in una corte così difficile come quella di Filippo II:
Todos, pero sobre todo los embajadores, deben tener presente no perder
los estribos por causa de personas de posición inferior a la suya ni ponerles la
mano encima. Pues con ello se pierde tiempo y se gana poco. Además, en casos
como éste los embajadores no sólo ponen en peligro su persona, sino la auto-
ridad de sus señores. Hay que recordar esto sobre todo. Además deben tener
en cuenta que en ninguna parte, pero en particular en España, se les muestra
el respeto que se guarda al nuncio, los embajadores imperiales, franceses y
86 Ibidem.
87 D. Frigo, Il ducato di Mantova e la corte spagnola nell’età di Filippo II cit., p. 289.
88 A. Alvar Ezquerra, El embajador imperial Hans Khevenhüller (1538-1606) en España
cit., p. 408.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)