Page 51 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Una proposta di riforma della ‘vita christiana’ nel primo Cinquecento in Italia 475
Cavalca. Tuttavia, mentre questi testi si rivolgono prevalentemente ai
monaci, nelle compagnie qui discusse, è il mondo secolare, e non il
convento, a essere concepito come palestra di perfezione. È un ideale
che, come chiarisce Carioni, è diretto a tutti: «Chi volesse dire che non
si podesse venire a perfettione in stato secular, serìa assai bene de
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havergi compassione» . In base a tale percorso il frate distribuisce
l’umanità in un continuum, negli stadi di ‘incipienti’, ‘proficienti’, ‘per-
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fetti’ e ‘perfettissimi’ .
Per Fieschi e Carioni il principale ostacolo al processo di purifica-
zione e alla tensione verso Dio è l’‘amor proprio’, da cui nascono vizi
come l’orgoglio, l’ira, l’invidia, la lussuria, l’avarizia, la curiosità vana
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e la pigrizia . Se Caterina – che pone l’amor proprio come uno dei pro-
tagonisti del suo Dialogo – afferma «Tanto quanto se despachiava
[=liberava] la habitatione de lo amore proprio, tanto era preizo la pose-
sione de lo amore necto e puro, lo quale tanto quanto intrava et habi-
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tava, tanto la faceiva più anichilare» , Battista le fa eco dicendo «O
vero amore de Dio quanto sei potente et utile, per mortificare tutto
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l’amor proprio, et vivificare l’huomo nel odio di se stesso» . Carioni e
Fieschi si fanno promotori di un percorso di mortificazione interiore
fondato sull’umiliazione personale e che consiste nel sopportare le
offese e gli ‘obbrobri’, resistere alle tentazioni, accettare la sfortuna e i
difetti del prossimo. Tale processo conduce alla purificazione del cuore
e della coscienza e all’acquisto delle virtù dell’umiltà, della pazienza e
della carità. È un ideale di cristianesimo etico che pone come modello
da seguire – come già nell’Imitazione di Cristo e nell’Enchiridion di Era-
smo – la figura di Cristo, esempio supremo di rinuncia a se stesso e di
virtù: «il crucifixo che ha insegnato che il vero amar se stesso è ad
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odiarse, et il vero salvar se stesso è ad mortificarse» .
Tali concetti si ritrovano nelle costituzioni dei barnabiti, dove è
affermato che «Humilita, matre, et custode de le virtu […] [finché] con
acuto desyderio, non habiano hauto à grato tutte le persecutione, irri-
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sioni, et humiliationi» . I barnabiti e le angeliche, infatti, compiono atti
pubblici di penitenza (impartiti nelle riunioni quotidiane, in base ai
57 Via de aperta verità, Bastiano Vicentino, Venezia, 1532, p. 134r.
58 Se tali categorie già erano state discusse nella Summa Theologiae di Aquino, esse
erano riferite ai religiosi (parte III, q. 89, a. 2).
59 Come spiega Battista in Opera utilissima, Gottardo da Ponte, Milano, 1531, per es.
alle pp. 18r, 53r, 77v, 89r-v.
60 Dialogo, in U. Bonzi, S. Caterina da Genova cit., Vol. II, pp. 428-429.
61 Opera Utilissima, pp. 42v-43r. Lo stesso concetto si ritrova nell’Imitazione di Cristo
(Libro 3, capitolo 27) e nell’opera di Savonarola (per esempio, Prediche sopra i Salmi, Ber-
nardino de Bindoni, Venezia, 1544).
62 Philosophia divina, per Bartholomeo detto l’Imperator, Venezia, 1545, pp. 19r-v.
63 Costituzioni, 12, in G. Cagni, Le Costituzioni cit., p. 327.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)