Page 54 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 Io ho detto, voi seti dej, et figlioli delexcelso: et infinite volte sono stati
                                                                     79
                 chiamati, et reputati li nostri Santi esser dei in carne» .
                    Anche Merici (spesso descritta con aspetti mistici), in continuità con
                 il misticismo femminile tardomedievale (come quello di Caterina da
                 Siena), propone alle orsoline un modello di divinizzazione di sé e di
                 unione con Dio attraverso l’identità della ‘Sposa di Cristo’, figura che
                 va considerata in parallelo al ‘Serafino’ di Battista: «Signor mio […] ti
                 prego che tu te degni de recever questo mio vilissimo et immondo cuore
                 et abbrusciare ogni suo affetto et passione nell’ardente fornace del tuo
                 divin amore […] ricevi il mio libero arbitrio, ogni mia propria voluntade
                 […] Riceve ogni mio pensar, parlar et operare; ogni mia cosa, final-
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                 mente, così interiore come exteriore» .
                    Infine, anche Miani presenta tratti mistici e un’aura di carisma
                 divino, che forse risentono dell’influenza dello spiritualismo france-
                 scano. Definito dal suo biografo come «habitaculo di Christo e figlio di
                 Dio», secondo Girolamo da Molfetta egli incarna l’immagine del ‘Cristo
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                 nudo sulla croce’ . Il nobile veneziano, che, come Gesù, vive con i suoi
                 discepoli in povertà tra i poveri, redime gli internati nell’immagine di
                 Cristo: «el signor se ha clarificato in vui per mio mezo»; «se vui perse-
                 verete nele vie sue, como là fato a tuti li amici suoi, et al fin li à fati
                 santi […] el farà de vui cose grande, exaltando li umeli […] mostrarli la
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                 dita tera de promissione» .


                 4.2. I concetti di ‘vita attiva e contemplativa’ e di ‘carità’

                    All’interno di tale visione della vita cristiana, i fondatori presentano
                 una concezione della ‘vita attiva e contemplativa’ che va oltre l’opposi-
                 zione tradizionale tra impegno caritativo verso il prossimo (associato
                 allo stato laico) e vita solitaria di preghiera (identificata con la condi-
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                 zione monastica) . Infatti, il loro concetto di ‘vita attiva’ è basato sul
                 concetto monastico della mortificazione di sé e consiste nel combattere
                 l’amor proprio nel mondo. Afferma Carioni: «Gran cosa à trovare uno
                 che sia consumato nella vita attiva talmente, che sappia tollerare ogni
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                 imperfettione di ogni creatura senza suo fastidio di animo» . La stessa

                    79  G. Cagni, F. Ghilardotti, I sermoni di S. Antonio Zaccaria, «Barnabiti Studi», 21
                 (2004), p. 165.
                    80  Regula, V, in L. Mariani et al., Angela Merici cit., p. 499.
                    81  Introduzione a Cordoni, Dyalogo cit., p. 3r.
                    82  C. Pellegrini, Le lettere cit., pp. 5, 6-7.
                    83  Per un excursus storico su questi concetti cfr. G. Alberigo, Vita attiva e vita con-
                 templativa in un’esperienza cristiana del XVI secolo, «Studi veneziani», XVI (1974), pp.
                 216-221.
                    84  Specchio interiore, Dal Calvo, Milano, 1540, p. 97v.


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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