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vivono al di sopra della legge: «vanno dove li conduce il spirito santo
[…] sono superiori à ogni precetto, à escomunicatione, à ogni legge et
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statuti. Servando però la legge, senza legge» . È bene sottolineare, tut-
tavia, che sia l’allineamento tra arbitrio umano e volontà divina, sia il
superamento della legge, sono vincolati dal raggiungimento della vit-
toria contro l’amor proprio, perché solo a quel punto il comportamento
coincide con il volere divino: «molti incauti sono stati ingannati […] non
dei mai desiderare di havere […] visitationi, ma desidera la purità di
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vita» . In tale stato il perfetto raggiunge la purezza della coscienza, che
a sua volta garantisce la corretta interpretazione del volere di Dio: «noi
non eleggere cosa alcuna, se prima non vedemo se piace à Dio. Et que-
sto è facile da conoscere se risguardiamo il giudicio della ragione, il
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qual è rimorso dal stimulo della conscentia» . Anche Merici pone l’or-
solina al di sopra della legge e dei superiori terreni, in quanto fa dipen-
dere le sue scelte «sopra tutto» dai consigli divini, che riceve senza
mediazioni. Come Battista, però, Angela pone come precondizione la
purificazione della coscienza:
ogn’una voglia obedire: […] comandamenti di Dio […] madre Giesa […] episcopo
et pastore […] padre spirituale […] governatori et governatrice della Compagnia
[…] padri et matre […] superiori di casa […] leggi et statutti de Signori, et alli
governatori delle republice. Et sopra tutto: obedire a gli consiglii et inspiratione
che di continuo ne manda il Spirito Santo nel cuore, la cui voce tanto più chia-
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ramente aldiremo, quanto più purificata et monda haveremo la conscientia .
A tale modello di vita cristiana vanno anche ricondotti i concetti di
‘carità’ e di ‘opere buone’. Tradizionalmente l’attivismo devoto delle
compagnie è stato considerato dal punto di vista della filantropia o dei
dibattiti sulla giustificazione, come segno di una propensione a sotto-
lineare l’importanza delle opere in opposizione alla predestinazione e
alla sola fide. Tuttavia, la loro idea di carità non solo è precedente al
dibattito confessionale tra fede e opere, che risale particolarmente alla
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seconda metà degli anni Trenta , ma presenta tratti in comune con i
protestanti. Inoltre, il loro lavoro negli ospedali e con i poveri non va
neanche collegato alle politiche di contenimento dell’accattonaggio e
del disordine sociale causato da poveri e malati presenti nelle città.
92 Specchio, p. 77r.
93 Ivi, p. 87r-v.
94 Ivi, p. 65v.
95 Regula, VIII, in L. Mariani et al., Angela Merici cit., p. 502.
96 A. Prosperi, L’eresia del libro grande. Storia di Giorgio Siculo e della sua setta, Fel-
trinelli, Milano, 2000, pp. 35-6.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)