Page 56 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 vivono al di sopra della legge: «vanno dove li conduce il spirito santo
                 […] sono superiori à ogni precetto, à escomunicatione, à ogni legge et
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                 statuti. Servando però la legge, senza legge» . È bene sottolineare, tut-
                 tavia, che sia l’allineamento tra arbitrio umano e volontà divina, sia il
                 superamento della legge, sono vincolati dal raggiungimento della vit-
                 toria contro l’amor proprio, perché solo a quel punto il comportamento
                 coincide con il volere divino: «molti incauti sono stati ingannati […] non
                 dei mai desiderare di havere […] visitationi, ma desidera la purità di
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                 vita» . In tale stato il perfetto raggiunge la purezza della coscienza, che
                 a sua volta garantisce la corretta interpretazione del volere di Dio: «noi
                 non eleggere cosa alcuna, se prima non vedemo se piace à Dio. Et que-
                 sto è facile da conoscere se risguardiamo il giudicio della ragione, il
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                 qual è rimorso dal stimulo della conscentia» . Anche Merici pone l’or-
                 solina al di sopra della legge e dei superiori terreni, in quanto fa dipen-
                 dere le sue scelte «sopra tutto» dai consigli divini, che riceve senza
                 mediazioni. Come Battista, però, Angela pone come precondizione la
                 purificazione della coscienza:

                 ogn’una voglia obedire: […] comandamenti di Dio […] madre Giesa […] episcopo
                 et pastore […] padre spirituale […] governatori et governatrice della Compagnia
                 […] padri et matre […] superiori di casa […] leggi et statutti de Signori, et alli
                 governatori delle republice. Et sopra tutto: obedire a gli consiglii et inspiratione
                 che di continuo ne manda il Spirito Santo nel cuore, la cui voce tanto più chia-
                                                                                  95
                 ramente aldiremo, quanto più purificata et monda haveremo la conscientia .

                    A tale modello di vita cristiana vanno anche ricondotti i concetti di
                 ‘carità’ e di ‘opere buone’. Tradizionalmente l’attivismo devoto delle
                 compagnie è stato considerato dal punto di vista della filantropia o dei
                 dibattiti sulla giustificazione, come segno di una propensione a sotto-
                 lineare l’importanza delle opere in opposizione alla predestinazione e
                 alla sola fide. Tuttavia, la loro idea di carità non solo è precedente al
                 dibattito confessionale tra fede e opere, che risale particolarmente alla
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                 seconda metà degli anni Trenta , ma presenta tratti in comune con i
                 protestanti. Inoltre, il loro lavoro negli ospedali e con i poveri non va
                 neanche collegato alle politiche di contenimento dell’accattonaggio e
                 del disordine sociale causato da poveri e malati presenti nelle città.





                    92  Specchio, p. 77r.
                    93  Ivi, p. 87r-v.
                    94  Ivi, p. 65v.
                    95  Regula, VIII, in L. Mariani et al., Angela Merici cit., p. 502.
                    96  A. Prosperi, L’eresia del libro grande. Storia di Giorgio Siculo e della sua setta, Fel-
                 trinelli, Milano, 2000, pp. 35-6.


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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