Page 87 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                   Luigi Cristoforo Scobar: un umanista spagnolo nella Sicilia del ‘500   511


                   sovrani  “temperati”, che si circondavano di uomini di cultura, che pro-
                   muovevano con il mecenatismo l’arte e il sapere, che ascoltavano i dotti
                   consiglieri, erano quelli che, meglio di ogni altra forma di potere, pote-
                   vano garantire pace sociale e buon governo. È quello che, in Spagna,
                   il Nebrija aveva teorizzato, individuando nei re Cattolici gli interlocutori
                   ideali e che, lo Scobar, con le dovute proporzioni, aveva cercato di pro-
                   pagandare anche nel Regno di Sicilia, in quegli anni dilaniato da con-
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                   flitti politici .
                       La parola e il linguaggio diventavano, così, uno strumento essen-
                   ziale della politica e chi ne conosceva le tecniche di utilizzo, acquisite
                   grazie ad anni di studio paziente e faticoso, era in grado di trasformare
                   le aride nozioni grammaticali e le sterili ricostruzioni filologiche in stru-
                   menti di persuasione, da mettere a servizio dei potenti.



                   Conclusioni

                       I poliedrici interessi, la vasta cultura, la solida formazione lingui-
                   stica, una visione laica nell’interpretazione delle vicende del passato,
                   la centralità dell’attività didattica, collocano a pieno titolo lo Scobar
                   all’interno dell’umanesimo europeo.
                       La sua figura appartiene a un universo ancora da ricostruire: la
                   vasta rete culturale che copriva tutta l’Europa − comprese le “periferie”
                   apparentemente lontane dai grandi circuiti culturali − e che era fatta
                   di contatti, scambi, dibattiti, polemiche, circolazione di uomini, libri,
                   idee. Gli intellettuali che si spostavano di città in città, spesso lontane
                   tra loro, avevano, poi, una grande capacità di adattare gli strumenti
                   comuni alle realtà in cui si trovavano a operare, interpretandole attra-
                   verso un pensiero critico e delle abilità che erano, anche queste, frutto
                   di quella comune cultura che si è soliti definire umanesimo. Centrale
                   era, per tutti, la dimensione didattica, l’obiettivo di diffondere il sapere,




                   tolinea, inoltre, il carattere eclettico degli intellettuali umanisti che, rifacendosi alla teoria
                   politica aristotelica e al suo atteggiamento relativistico nei confronti delle diverse forme
                   di governo, rivisitati dal grande giurista Bartolomeo di Sassoferrato, sostenevano «che
                   non a tutte le etnie si adattava la medesima costituzione» e che erano le dimensioni del
                   dominio a imporre la scelta per la democrazia, la monarchia, l’aristocrazia», cfr.: G.
                   Pedullà, Francesco Patrizi e le molte vite dell’umanista, in Atlante della letteratura cit.,
                   pp. 457-463. Non esiste, pertanto, una costituzione perfetta, ma è necessaria “l’educa-
                   zione” del retto governante. Naturalmente va tenuto presente il diverso contesto intellet-
                   tuale e politico: il tema della repubblica e della lotta al tiranno aveva una valenza ben
                   diversa nel nord Italia, dove erano presenti numerosi regimi oligarchici e repubblicani
                   piuttosto che nella Sicilia “imperiale” e “spagnola”. Analogo è, tuttavia, il ruolo ricono-
                   sciuto all’intellettuale pedagogo e consigliere del “principe”.
                      86  Vedi supra, pp. 468 e 470.


                   n. 47                        Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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