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518 Simone Maghenzani
Non mi molestano i considerati mercanti, perché so la concessione Aposto-
lica, non la soldatesca che è tollerata per le guerre, purché si contenghi dai
scandali e dal nominar dottrina, non quelli heretici che stanno occulti, overo
che non s’appresentano per la licenza a questo Tribunale, perché so l’obliga-
tione di carcerarli e punirli, ma non so bene accertarmene come io mi debbia
governare con quelli heretici tanto confederati quanto non confederati che per
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veder l’Italia o per altri fini non permessi vengono contro le leggi in Italia .
La mobilità in Europa cresceva, come del resto il numero di viag-
giatori. Al di là delle Alpi stesse non v’era chiarezza su quali orienta-
menti guidassero le scelte dei singoli Stati. La situazione era in
costante evoluzione, e molte volte le conoscenze politiche, i contatti con
un ordine religioso o un lasciapassare scavalcavano una normativa
realisticamente non applicabile. La stessa Inquisizione subiva la pres-
sione degli italiani che con quei mercanti facevano pur sempre affari.
Una certa tolleranza per esempio fu sempre praticata nei porti, spe-
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cialmente a Napoli . In particolare, proprio riguardo i domini spagnoli,
il trattato di pace del 1604 siglato a Londra tra Spagna e Inghilterra
permetteva ai commercianti inglesi di recarsi in sicurezza nei porti con-
trollati da Madrid.
Più delicata era la questione della cappellania religiosa. Proprio
durante la guerra dei Trent’anni si sarebbe sviluppata una nuova prassi
diplomatica, con la creazione di ambasciatori residenti cui venivano rico-
nosciuti taluni diritti. La presenza di un predicatore stabile era stata
conquistata sul campo, almeno per un qualche tempo, a Venezia a inizio
secolo, dove cappellani come William Bedell e Isaac Bargrave avevano
saputo farsi spazio . Prendendo le mosse dalle ricerche sulla Reforma-
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tion of the exiles di Nicholas Terpstra, Diego Pirillo ha recentemente
messo ulteriormente in luce la rete che legava esuli protestanti di origine
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italiana e gli ambasciatori inglesi Henry Wotton e Dudley Carleton . Tut-
15 Acdf, Sant’Offizio, St. St. M4-b (1), ff. 439r-443v.
16 Cfr. J. Zunkel, Esperienze e strategie commerciali di mercanti tedeschi fra Milano e
Napoli nell’epoca della Controriforma, in A. Burckardt (a cura di), Commerce, voyage et
experience religeuse XVIe-XVIIIe siècles, Presses Universitaires de Rennes, Rennes, 2007,
pp. 231-25; G. Pagano De Divitiis, Mercanti inglesi nell’Italia del Seicento. Navi, traffici,
egemonie, Marsilio, Venezia, 1990; sul Settecento: R. Zaugg, Mercanti stranieri e giudici
napoletani. La gestione dei conflitti in antico regine, «Quaderni Storici», CXXXIII (2010),
pp. 141-146.
17 Vedi almeno, come introduzione, S. Villani, Uno scisma mancato: Paolo Sarpi, Wil-
liam Bedell, e la prima traduzione in italiano del Book of Common Prayer, «Rivista di Storia
e Letteratura Religiosa», LIII (2017), pp. 63-112; S. Maghenzani, Giochi di specchi. La
Chiesa d’Inghilterra e Venezia tra Cinquecento e Seicento, «Ateneo Veneto. Rivista di
Scienze, Lettere ed Arti», XXV, terza serie, 17/1 (2018), pp. 67-76.
18 N. Terpstra, Religious Refugees in the Early Modern World: An Alternative History
of the Reformation, Cambridge University Press, Cambridge, 2015; D. Pirillo, The Refugee-
Diplomat. Venice, England, and the Reformation, Cornell University Press, Ithaca, 2018.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)