Page 39 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 48, aprile 2020flip
P. 39
Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo 39
colare espansione dello shipping di Dulcigno. Come sottolineavano nel
1709 i Cinque Savi alla Mercanzia, i dulcignotti, che in passato si de-
dicavano «all’applicazione dell’aratro e pochi alla pirateria», «tutti ad
un tratto si invaghirono del mare, del negotio e del profitto»; se al
tempo della prima guerra di Morea, Dulcigno era «capace» di 600 «per-
sone», adesso aveva 3 mila «persone d’armi» (e fino a 5 mila, secondo
il console veneto a Durazzo); dalle originarie sedici «fuste e barche» si
era passati ai 150 bastimenti del 1703 e ai 300 del 1709, un centinaio
dei quali relativamente grandi, con portate tra le 1.000 e le 2.000 staia
(65-130 t.). Cogliendo l’opportunità delle contumacie a Castelnuovo e
approfittando anche dei profitti offerti dal trasporto di granaglie in
conseguenza della carestia seguita al terribile inverno del 1708-09, i
dulcignotti avevano preso a trafficare con tutti i porti dell’Adriatico,
facendo concorrenza ai bocchesi perfino sulle rotte per Venezia, a di-
spetto delle esenzioni doganali a favore di questi ultimi .
44
Nel tentativo di frenarne l’espansione, il Senato (il principale organo
politico della Serenissima) preferì sacrificare per il momento la crescita
della nuova scala. Nel 1710 vietò lo sbarco a Castelnuovo (nonché a Spa-
lato) delle merci provenienti via mare, riportando il lazzaretto nella sua
primaria funzione di sbocco delle sole merci carovaniere. Si riteneva che
i dulcignotti, costretti a fare rotta direttamente per Venezia, avrebbero
visto compromesso il loro traffico sia per l’eccessiva lunghezza del viaggio,
sia per le «vigorose spese e rigorose cautele delle contumacie» praticate in
Laguna . I dulcignotti risposero però alla sfida trasformandosi da sem-
45
plici vettori in veri e propri mercanti, con il trasporto di mercanzie di pro-
prietà rivendute con profitto . Se la seconda guerra di Morea (1714-18)
46
e la formale chiusura del porto di Venezia, nel 1721 – ordinata dalla Porta
per evitare incidenti e rinnovata nel 1733 su richiesta veneziana – ridi-
47
mensionarono la loro presenza negli scali veneti, li spinsero tuttavia non
solo a intensificare la concorrenza ai bocchesi sulle rotte per Ancona e
Trieste, ma anche a concentrare il proprio impegno, come vedremo, su
quella tra l’Albania ottomana e Castelnuovo.
44 Asv, Csm, s. II, 61, Dulcignotti e scala di Durazzo, Csm 20.7.1709.
45 I Cinque Savi alla Mercanzia suggerivano che il Magistrato alla Sanità alimentasse
«di tempo in tempo li più forti sospetti» in materia di salute per colpire il traffico dulci-
gnotto. Asv, Sr, 157, 26.4.1710 e all. Csm e Deputati al commercio 23.4.1710.
46 Asv, Csm, s. II, 48, Cottimo di Durazzo, Capi di Piazza 29.6?.1714.
47 A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari cit., pp. 61, 134.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)