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Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo  43


                       La scarsità del traffico era dovuta anche a una certa mancanza di
                    unità d’intenti tra le varie magistrature veneziane. Nel 1737 i Provveditori
                    alla Sanità emisero una terminazione che, in contraddizione con quelle
                    dei Cinque Savi alla Mercanzia del 1732, vietava lo sbarco a Castelnuovo
                    di merci provenienti via mare «dal Levante o altri luoghi sospetti»: passa-
                    rono due anni prima che il Senato ribadisse che si potevano espurgare a
                    Castelnuovo  almeno  le  merci  provenienti  dai  litorali  dell’Albania  otto-
                    mana e dalla Boiana . La precisazione non sembra aver sortito molti ri-
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                    sultati, perché nel 1741 il Provveditore Straordinario di Cattaro Marco
                    Querini poteva sostenere, pur esagerando, che nel decennio precedente
                    fossero arrivate a Castelnuovo solo merci per via di terra .
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                       In  realtà,  il  problema  principale  rimaneva  l’ostinato  tentativo  di
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                    dimostrava come non fosse possibile prescindere da questi ultimi, nel
                    vano tentativo di assicurare ai bocchesi il monopolio sul traffico pro-
                    veniente  dall’Albania  ottomana.  Erano  giunti  sovente  bastimenti  di
                    Dulcigno  che,  in  mancanza  dell’autorizzazione  all’approdo  da  parte
                    delle autorità veneziane, avevano proseguito per Ragusa «dove hanno
                    incontrato la facilità qui loro negata». I due emiri assegnati dagli otto-
                    mani a Castelnuovo e a Risano chiedevano la liberalizzazione del traf-
                    fico, insieme al permesso di far uscire dal lazzaretto, senza necessa-
                    riamente inviarle a Venezia, merci che non avevano colà sbocco o che
                    ne  avevano  poco,  quali  cavalli,  pelli  «becchine  con  pelo»  e  bufaline,
                    nonché i formaggi morlacchi, poco apprezzati in Laguna . La libera-
                                                                            64
                    lizzazione avvenne alla fine del 1740, quando da Venezia arrivò il per-
                    messo ufficiale di far sbarcare ed espurgare le merci senza escludere
                    alcun vettore, mantenendo solo l’obbligo di inviarle successivamente
                    in Laguna con mercantili veneti.
                       Si riconosceva così implicitamente il fallimento della politica di boi-
                    cottaggio contro i dulcignotti, accettando che fossero questi ultimi a
                    realizzare i trasporti dall’Albania a Castelnuovo. La nuova normativa
                    venne pubblicizzata tramite i consoli a Durazzo e Scutari, sollecitando
                    i mercanti ottomani a servirsi di Castelnuovo piuttosto che di Ragusa.
                    Furono anche sottolineati i nuovi lavori intrapresi nel lazzaretto. In-
                    sieme all’erezione di un nuovo tezone (magazzino) e a una completa
                    cinta muraria della parte destinate alle contumacie, questi avevano


                       62  Cfr. Asv, Ptm, 684, Psc Giovanni Antonio Moro n. 7, 18.11.1753.
                       63  Asv, Csm, s. I, 560, M. Querini 10.1.1741.
                       64  Asv, Csm, s. I, 557, Psc Marco Querini 12.9.1740. Risano, posta più all’interno
                    delle Bocche, era un secondo sbocco carovaniero ottomano. Gli emiri erano ufficiali do-
                    ganali con funzioni consolari ufficiose e un emiro risiedeva anche nel lazzaretto di Ra-
                    gusa. V. Miović, Emin (Customs Officer) as Representative of the Ottoman Empire in the
                    Republic of Dubrovnik, «Dubrovnik Annals», 7 (2003), p. 81 (81-88).


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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