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48 Guido Candiani
veneziane spinsero nel 1769 il console veneto a Durazzo a suggerire di
far assassinare il pascià e il capitano di una grande polacca apparte-
nente al medesimo, secondo una consolidata politica veneziana di eli-
minazione fisica dei propri avversari . Anche le rivalità, che potevano
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trasformarsi in scontri aperti, tra le autorità ottomane turbavano i
commerci, come accadde alla metà degli anni Settanta, quando con-
tese intestine portarono alla chiusura degli scali dell’Albania .
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Oltre ai rapporti con e tra le autorità ottomane, una serie di altri
elementi insidiavano i traffici. Data la regolare presenza di epidemie
nei territori ottomani, i timori per la salute pubblica erano costanti. A
questo riguardo, la prima metà degli anni Settanta sembra essere
stata una fase particolarmente difficile per le Bocche, isolate da un
prolungato «male contagioso» diffusosi in Albania, a Salonicco e nel
Levante ottomano . Anche quando la minaccia non era incombente,
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la rigidità della politica sanitaria veneziana (nel 1754 i mercanti tac-
ciarono senz’altro «di rigorista» il priore Ottavio Marconi) rappresen-
tava un freno al commercio, spingendo i traffici verso Ragusa . Sul
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piano politico, mentre la neutralità veneziana favoriva i traffici, questi
potevano essere turbati dai conflitti che coinvolgevano l’Impero Otto-
mano. Se la guerra russo-turco del 1768-74, combattuta principal-
mente nel Mediterraneo orientale e nel Mar Nero, non sembra aver
avuto particolari conseguenze, quella del 1787-92 vide invece corsari
russi in azione lungo le coste albanesi .
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La forte conflittualità che caratterizzava i rapporti tra bocchesi e dul-
cignotti contribuiva a rendere problematici i commerci. Gli incidenti,
quasi sempre cruenti, erano continui non solo negli scali dell’Albania ot-
tomana e delle Bocche di Cattaro, ma anche nei porti stranieri. I rappre-
sentanti veneziani cercavano di imporre tregue, che però rimanevano as-
sai fragili e di breve durata . Gli scontri avevano inevitabili ricadute. A
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80 Asv, Csm, s. I, 665, Cvd Ludovico Andrea Fontana 8.3.1767; Antonio Simonetti,
12.3.1769; P. Preto, I servizi segreti di Venezia, il Saggiatore, Milano 1994, pp. 329-353.
81 Asv, Csm, s. I, 557, Psc Vincenzo Donà 23.7.1776; 559, 21.9.1776.
82 Cfr. Asv, Psa, 432, Pca Giovanbattista Corner, 12.2.1783; D. Panzac, La peste
dans l’Empire Ottoman cit., p. 111.
83 Cfr. Asv, Psa, 454, Pgdm Francesco Grimani, 30.10.1754; 18.5.1755.
84 Nella primavera del 1789 erano in azione contro i bastimenti dulcignotti dodici
corsari russi. Asv, Csm, s. I, 558, Cvs Giacomo Somma al Psc, 10.5.1789.
85 Per alcuni di questi incidenti, cfr. Asv, Ptm, 677, Psc Marino Molin [n. 17],
12.5.1719; 681, Psc Giovanni Marcantonio Trevisan n. 21, 17.12.1737; n. 32,
17.8.1738; Psc Marco Querini n. 32, 18.1.1741; Csm, s. I, 662, Cvd Pietro Rosa n. 254,
5.5.1733; 557, P[o?]c Angelo 4° Emo 9.10.1788. Uno scontro a Trieste in ib., 666, Cvd
Alessandro Alberghetti, 14.11.1786. Nel 1771 il Provveditore Straordinario di Cattaro
Gaetano Molin definiva i bocchesi «…uomini di acuto ingegno, costante avarizia, ferocia
d’animo, robustezza di corpo e di una tale abitudine alla vendetta, che la nutrono ed
eseguono sia con i confinanti, come tra di loro…». Ib., Ptm, 687, n. 5, 18.7.1771.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)