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                si presentavano alle Bocche avevano l’obbligo di passare l’ispezione
                della galeotta. Ben presto essa fu affiancata da altri «legni pubblici»,
                che avevano il compito di scortare i bastimenti diretti all’interno delle
                Bocche, in modo da scongiurare sbarchi clandestini e trasbordi irre-
                golari di mercanzie; le stesse unità dovevano fare da filtro anche ai
                bastimenti in uscita dalle Bocche. Nel complesso, le forze stabili di
                controllo oscillavano tra le due e le tre galeotte, accompagnate da un
                paio di feluche . Va osservato come anche nei compiti di polizia ma-
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                rittima i mezzi impiegati seguissero l’evoluzione navale: per gli anni
                Ottanta è attestata la presenza di almeno uno «sciabecchino», le varie
                forme di sciabecco essendo allora di moda nel Mediterraneo .
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                   Il problema dei controlli, già di difficile soluzione considerate le pe-
                culiarità delle Bocche, era aggravato dai conflitti giurisdizionali che si
                innescavano tra le autorità veneziana. Vi furono ripetuti scontri tra i
                provveditori straordinari e quelli ordinari di Cattaro, soprattutto per-
                ché questi ultimi cercavano di riportare in primo piano Cattaro, scal-
                zata da Castelnuovo . I contrasti derivavano non solo dal desiderio di
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                evitare accertamenti troppo rigorosi al traffico per Cattaro, ma anche
                dalla volontà di conservare a quest’ultima la prevalenza sulle altre co-
                munità delle Bocche. Già nel 1738, pochi anni dopo l’attribuzione delle
                competenze sanitarie a Castelnuovo nel 1732, il Provveditore Generale
                in Dalmazia era dovuto intervenire per ribadire come la sanità fosse
                prerogativa del Provveditore Straordinario (e quindi del collegetto di
                Castelnuovo), mentre riguardo al contrabbando la repressione era di
                propria competenza e solo la «ricognizione» degli illeciti interessava an-
                che il Provveditore Ordinario. Quello stesso anno i Provveditori alla
                Sanità stabilirono espressamente l’obbligo per tutti bastimenti diretti
                alle Bocche di farsi «riconoscere» dal collegetto di Castelnuovo, che do-
                veva verificare la validità delle fedi di sanità. La preminenza di Castel-
                nuovo deve aver suscitato non pochi malumori a Cattaro, che si vide



                   96  La tipologia di queste forze navali appare analoga a quelle di altre realtà italiane,
                quale quella genovese. Cfr. P. Calcagno, Pestilenze e controllo del territorio nella Repub-
                blica di Genova, in M. Berruti (a cura di), La peste a Finale (1631-1632). Diffusione e
                incidenza di una epidemia nella Liguria di antico regime, Philobiblon, Ventimiglia (IM),
                2012, pp. 110-112 (96-161).
                   97  Asv, Psa, 382, Plc Francesco Manzoni, 18.2.1735; 435, Psc Domenico Marcello,
                5.9.1784;  Ptm,  683,  Psc  Vincenzo  Gritti  n.  22,  4.4.1748;  n.  29,  22.7.1748,  all.
                20.6.1748; 684, Psc Valerio Antelmi n. 23, 18.3.1752 e all. 20.3.1752; G. Marieni, Por-
                tolano del Mare Adriatico, Milano, 1830, pp. 438-439.
                   98  Nella legislazione veneziana le cariche straordinarie, superiori a quelle ordinarie,
                venivano normalmente attribuite solo in tempo di guerra o di gravi crisi. La regolare
                presenza di un Provveditore Straordinario a Cattaro rappresentava una delle poche ec-
                cezioni, dovuta presumibilmente al particolare contesto delle Bocche.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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