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Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo 49
metà degli anni Cinquanta ad esempio, l’assassinio di un turco a opera
dell’equipaggio di una tartana di Dobrota portò alla chiusura per un
triennio della scala di Valona ai sudditi veneti . I traffici potevano essere
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intralciati anche dai conflitti interni alle due compagini territoriali, come
quelli che contrapponevano i sudditi ottomani di Dulcigno e di Scutari e
quelli veneti di Risano, Perasto e Pastrovicchio; né mancavano le faide
intestine, come quelle che dilaniavano gli scutarini o i nuovi sudditi veneti
della Zuppa . Osservatori interessati, quali Ragusa, si servivano di con-
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trasti e inimicizie per diffondere false notizie che miravano a danneggiare
il traffico anche nei momenti di minor tensione. Sfavorevoli ai commerci,
talvolta le contrapposizioni favorivano almeno la politica sanitaria, come
accadde nel 1742, quando l’estendersi della pestilenza venne tamponato
dall’odio che divideva i pastrovicchi dai confinanti ottomani, annullando
il rischio di contatti .
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Le congiunture economiche mantenevano naturalmente un ruolo
centrale nell’andamento del traffico: i primi anni Novanta videro ad
esempio un notevole declino del commercio di tabacco, passato nella
scala di Durazzo in pochi anni da 20 mila balle annue a 4 mila, so-
prattutto a causa della concorrenza del tabacco ungherese. Castel-
nuovo subiva anche la concorrenza di altri lazzaretti veneti. Nel 1781
il priore Angelo Stefano Marconi lamentava che, nonostante il formale
monopolio sulle merci provenienti dall’Albania ottomana, esse si indi-
rizzassero «per intelligenze private» a Spalato, da dove venivano poi
spedite in porti stranieri . Tutti questi ostacoli non misero però mai
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in seria discussione il ruolo acquisito da Castelnuovo, che rimase, fino
alla caduta della Repubblica, uno snodo centrale dei traffici tra l’Alba-
nia ottomana e Venezia.
86 Nel 1770 il caso non era ancora chiuso e i dulcignotti rimanevano decisi a vendi-
carsi della famiglia dell’autore del delitto. Asv, Csm, s. I, 665, rel. Cvd Ludovico Andrea
Fontana 11.2.1770.
87 Asv, Ptm, 681, G. M. Trevisan. n. 39, 13.2.1739; s.n., 19.5.1739; Psc Marco Que-
rini n. 2, 30.7.1739; 682, n. 54, 21.5.1742; Psc Giovanbattista Albrizzi n. 11, 18.8.1742;
684, Psc Valerio Antelmi n. 14, 20.7.1751; n. 16, 21.8.1751; Psc Giovanni Antonio Moro
n. 9, 18.2.1654; 685, Psc Giustino Boldù n. 5, 26.7.1755. Sulla Zuppa, area che si
affacciava sulla parte meridionale delle Bocche e che era appartenuta all’Impero Otto-
mano fino al 1699, cfr. M. Bolizza, Relazione del Sangiaccato di Scutari cit., pp. 337-
338; F.M. Paladini, Un caos che spaventa: poteri, territori e religioni di frontiera nella
Dalmazia della tarda età veneta, Marsilio, Venezia 2003, p. 191.
88 Asv, Ptm, 591, Sindaci Inquisitori in Dalmazia e Albania n. 98, 5.7.1751; 682, Psc
Marco Querini n. 53, 1.5.1742. Pastrovicchio si affacciava sul litorale a Sud di Budua.
89 Asv, Csm, s. I, 666, Cvd Giovanni Antonio Maria Morana al Psc, 27.3.[1791?]; Psa,
383, A.S. Marconi 10.9.1781; 20.11.1781.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)