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Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo  51


                    presumibile che anche le altre mercanzie seguissero la medesima tra-
                    fila. Alla contumacia erano sottoposti anche i mercanti, ai quali dei
                    vivandieri portavano il cibo due volte al giorno, non senza subire spe-
                    culazioni sul prezzo del vitto incentivate dalla condizione di reclusi .
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                    I mercanti erano sottoposti al controllo dei guardiani, che dovevano
                    rinchiuderli  nei  rispettivi  alloggi  un’ora  prima  del  tramonto,  conse-
                    gnando le chiavi al priore. Un corpo di guardia di una dozzina di sol-
                    dati agli ordini di un «basso» ufficiale completava le forze di vigilanza,
                    rafforzando l’immagine di fortezza offerta dal lazzaretto .
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                       Finita la propria contumacia, solitamente più breve di quella delle
                    merci, i mercanti dovevano prendere contatto con capitani e patroni
                    veneti per traportare i carichi a Venezia. In questa ricerca potevano
                    essere consigliati e aiutati dalle autorità sanitarie veneziane, che ave-
                    vano rapporti privilegiati con il mondo armatoriale bocchese. Non sem-
                    pre i consigli erano però dei migliori.  Nel 1778 il priore Stefano An-
                    druzzi suggerì al mercante scutarino «Osman Dristi» di caricare la pro-
                    pria mercanzia sulla marciliana padroneggiata dal veneziano Antonio
                    Varagnolo, definendola di «ottima consistenza» e diretta da persona
                    «assai da bene». Il contratto di noleggio venne firmato, il giorno prima
                    della partenza, alla presenza del priore, che si era premurato di sten-
                    derlo di suo pugno. Purtroppo per Dristi, la marciliana si rivelò un
                    bastimento «sdrucito e mal cencio», che imbarcava tanta acqua da do-
                    ver rientrare rapidamente nelle Bocche. Il mercante ottenne dal Prov-
                    veditore di Castelnuovo che Varagnolo sistemasse la marciliana e im-
                    barcasse altri due marinai per il viaggio, ma il patrone (evidentemente
                    non così «da bene») fece eseguire lavori affrettati e imbarcò solo un
                    uomo in più. A fatica venne raggiunta Zara, dove Dristi fu costretto a
                    trasbordare la merce su un trabaccolo là disponibile .
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                       Mentre  il  lazzaretto  costituiva  il  punto  di  vigilanza  a  terra,  per  i
                    controlli in mare veniva impiegata una galeotta, posizionata – almeno
                    dal  1735  –  in  permanenza  a  Porto  Rose,  dirimpetto  a  Castelnuovo
                    sull’altra riva del canale che si inoltrava nelle Bocche. Si trattava di
                    un buon ancoraggio per bastimenti non eccessivamente grandi, otti-
                    mamente riparato dai pericolosi venti di scirocco. Tutti i mercantili che


                       93  Asv, Psa, 382, Plc Francesco Manzoni, 16.2.1738; Giuseppe Cilla, 29.6.1739, all.
                    s.d.; Teodoro Maria Bona, 14.2.1748 e all.ti; Lorenzo Marconi, 15.7.1748; Quinto Ales-
                    sandro Superchi, 16.4.1757; 100, commissioni a Teodoro Maria Bona, 29.2.1744.
                       94  Asv, Psa, 382, Plc Giovanni Antonio Avanzi, 10.5.1770; 383, Stefano Andruzzi,
                    24.5.1788. Il progetto originario del lazzaretto di Castelnuovo era dovuto a Giusto Emilio
                    Alberghetti, ingegnere militare membro di una importante famiglia di fonditori di can-
                    noni per la Repubblica. D. Viola Carini Venturini, I lazzaretti della Dalmazia veneta, in
                    N.E. Vanzan Marchini, Rotte mediterranee e baluardi di sanità cit., p. 241 (234-249).
                       95  Asv, Csm, s. I, 572, 14.9.1778, Conte di Zara Gianmaria Bembo e all.ti.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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