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Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo  55


                    la  volontà  contrabbandiera 105 .  Alcune  famiglie  risultavano  «solit[e]
                    …vivere a proprio talento e…deludere le pubbliche leggi».
                       Alla fine del 1750 venne segnalato il caso del patrone Alessandro di
                    Vassili Cnesevich, di Castelnuovo, il quale, partito il 17 settembre con
                    un trabaccolo diretto a Durazzo per caricare grani, aveva invece cari-
                    cato tabacco, dichiarandolo per Venezia. Si era poi portato ad Ancona,
                    da dove, venduto il carico, era rientrato a Castelnuovo con una fede di
                    sanità di Ragusa; incrociando quest’ultima con la dichiarazione del
                    cancelliere  del  console  veneto  a  Durazzo,  risultava  come  Cnesevich
                    avesse  compiuto  il  viaggio  Durazzo-Ancona-Ragusa-Castelnuovo  in
                    soli 44 giorni, senza aver quindi effettuato alcuna contumacia e in-
                    frangendo così anche le leggi di sanità. Il duplice «delitto» era avvenuto
                    nonostante si fosse provveduto a imbarcare sul trabaccolo (che oltre
                    al patrone aveva a bordo sei marinai) un guardiano «di visita» fornito
                    dal colleggetto di Castelnuovo: il guardiano figurava ancora a bordo a
                    Durazzo ma non più a Ragusa, il che lasciava dubbiosi sulla sua sorte
                    o sulla sua complicità. I rapporti della famiglia Cnesevich con Ancona
                    e Ragusa appaiono ben consolidati. In novembre il fratello di Alessan-
                    dro, Dimitri, e un loro zio, si erano portati da Durazzo ad Ancona con
                    una tartana carica di tabacco e altre merci «coperta» dalla bandiera di
                    Ragusa per «deludere» i divieti 106 ; e l’anno prima Dimitri aveva traspor-
                    tato dall’Albania ottomana ad Ancona lane, tabacchi e altre mercanzie
                    dichiarate ufficialmente per Venezia, portandosi invece, per «occultare
                    il grave delitto», a Ragusa con il pretesto di acconciare il bastimento,
                    ottenendovi una fede di sanità da spendere in altri porti 107 .
                       Tra i prodotti contrabbandati spiccava il tabacco, una merce di parti-
                    colare valore, ma non mancavano mercanzie meno nobili quali le grana-
                    glie, caricate di nascosto lungo le coste dell’Albania ottomana fuori dal
                    consueto obbligo della volta e delle ronde: in questa pratica i bocchesi
                    sembrano aver fatto scuola, spingendo anche i sudditi dalmati a seguirne
                    l’esempio. Essi trafficavano «studiando» come tenersi lontani dagli occhi
                    sia delle autorità consolari che delle Bocche; non si facevano rilasciare le
                    fedi di sanità o se ne procuravano in stati esteri; se anche non toccavano
                    Venezia, riuscivano comunque a ottenere fedi che ne attestassero il sog-
                    giorno. Le autorità veneziane delle Bocche ritenevano impossibile contra-
                    stare efficacemente il contrabbando, un aspetto già emerso negli studi di


                       105  Asv, Ptm, 687, n. 26, 7.9.1776; 681, M. Badoer al Pgdm, 17.9.1738.
                       106  Le bandiere di comodo erano un uso diffuso in tutto il Mediterraneo, con una
                    particolare accentuazione in area ligure. L. Lo Basso, Gente di Bordo. La vita quotidiana
                    dei marittimi genovesi nel XVIII secolo, Carocci, Roma, 2016, p. 141.
                       107  Asv, Csm, s. I, 557, Pca Marino Vitturi ai Csm, 9.12.1750 e all.ti. L’uso della
                    bandiera ragusea sembra essere stata una prassi consolidata da parte della navigazione
                    bocchese. Cfr. Asv, Csm, s. I, 661, Cvd Pietro Rosa 12.8.1705.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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