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Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo  57


                    che li stava trasportando a sbarcarli su uno «scoglio» della costa, da
                    dove poi si dileguarono, nonostante l’imbarcazione fosse scortata da
                    uno sciabecchino del Capitano del Golfo. Sbarchi clandestini avveni-
                    vano anche per il richiamo di casa e il desiderio di guadagno nei piccoli
                    commerci privati, cosa che ritardava il trasporto delle merci e gettava
                    «vergogna e discredito» su tutta la marina mercantile veneziana 110 .
                       Pur  impegnate  nella  prevenzione  e  nella  repressione,  le  autorità
                    della Repubblica erano attente a danneggiare il meno possibile il com-
                    mercio: nel 1784, ad esempio, una polacca non venne trattenuta no-
                    nostante i dubbi sulle pratiche del capitano e la necessità di approfon-
                    dire le indagini. Va comunque sottolineato che i controlli potevano an-
                    che attestare la correttezza di chi praticava il traffico: nel 1756 la ga-
                    leotta di guardia a Porto Rose verificò la perfetta corrispondenza del
                    carico di un pièlego di Parzagno con il manifesto esibito dal patrone
                    dell’unità 111 .  Si  tratta  di  un  aspetto  che  ha  lasciato  probabilmente
                    scarse tracce nella documentazione, più attenta all’infrazione che al
                    rispetto della legge, ma che andrebbe considerato nel valutare la mag-
                    giore o minore componente di illegalità nei traffici.


                    6. Conclusioni

                       Gli scopi del governo veneziano nella creazione del lazzaretto di Ca-
                    stelnuovo possono essere sintetizzati in tre punti: attrarre una signifi-
                    cativa parte del traffico dell’Albania ottomana e incanalarla verso Ve-
                    nezia; assicurare alla navigazione veneta, e bocchese in particolare, il
                    monopolio di questo traffico; rafforzare il controllo sulla problematica
                    area delle Bocche. Si può dire che il primo scopo sia stato sostanzial-
                    mente raggiunto, mentre per gli altri due il bilancio è meno favorevole,
                    con maggiori risultati per il secondo e minori per il terzo.
                       Circa il primo obiettivo, per quanto non sia possibile misurare con
                    precisione la forza di attrazione di Castelnuovo, non sembrano esserci
                    molti dubbi sul fatto che le merci arrivassero in buona quantità e che
                    ripartissero poi per Venezia, assicurando un regolare flusso commer-
                    ciale per la Dominante. Le fonti sono incomplete, tuttavia non solo le
                    voci, sicuramente interessate, dei rappresentanti veneziani nelle Boc-
                    che,  ma  anche  i  controlli  effettuati  dalle  forze  navali  in  Adriatico



                       110  Asv, Ptm, 680, A. Magno n. 31, 17.4.1732. n. 33, 19.5.1732; V. Donà n. 12,
                    31.8.1734;  Psa,  436,  Psc  Gaetano  Minotto,  9.3.1790;  Psc  Marco  Zorzi,  28.12.1793;
                    Csm, s. I, 558, Cdg Bernardo Soranzo 22.4.1793.
                       111  Asv, Psa, 435, Psc Domenico Marcello, 5.9.1784; Csm, s. I, 557, Psc Giustino
                    Boldù 20.10.1756.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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