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58 Guido Candiani
sembrano confermare che i numerosi illeciti si riferissero non tanto
alle merci in uscita dal lazzaretto, quanto ad altri flussi di traffico,
come quelli provenienti direttamente dall’Albania ottomana o dall’in-
terno delle Bocche stesse 112 . Il traffico in uscita – e qui si entra nel
secondo obiettivo – venne assicurato da vettori veneti, ma fallì invece
il tentativo di estenderne il monopolio alla navigazione tra l’Albania
ottomana e Castelnuovo, che rimase sempre in gran parte nelle mani
dei dulcignotti. Indubbiamente l’abilità di questi ultimi nel giocare sul
duplice tavolo della guerra di corsa e del commercio, grazie anche al
sostegno delle locali autorità ottomane, diede loro la possibilità di met-
tere in difficoltà i bocchesi, rafforzando nel contempo la storica animo-
sità tra i due gruppi.
Riguardo al terzo obiettivo, la presenza all’uscita delle Bocche di
una doppia cerniera protettiva (galeotta a Porto Rose, lazzaretto e col-
legetto a Castelnuovo) rafforzò senza dubbio la capacità di controllo
veneziano. Ciò non impedì tuttavia ai bocchesi di proseguire nella tra-
dizionale politica di illeciti marittimi che li caratterizzava agli occhi
delle autorità veneziane. Questa inclinazione, alimentata dai privilegi
goduti da secoli da comunità posizionate lungo un confine critico per
la Repubblica e nel contempo fonti di importanti risorse marittime e
navali, resero le Bocche un’area di costante compromesso tra le spinte
dirigiste e centraliste del governo veneziano e la necessità di preservare
la fedeltà delle popolazioni locali. Una politica certamente tipica di
tutto lo stato veneziano, ma che sembra aver qui avuto da un lato una
particolare accentuazione, dall’altro aver forse incontrato i maggiori
risultati, se si considera il fatto che le Bocche furono l’ultimo territorio
veneziano ad ammainare la bandiera di San Marco al momento della
caduta della Repubblica nel 1797. Si tratta di considerazioni forte-
mente impressionistiche e ipotetiche, da confermare o smentire con
nuove ricerche che potrebbero giovarsi anche degli archivi locali e di
quelli di Ragusa. Ciò che appare sicuro è che l’esperienza di Castel-
nuovo abbia confermato sia la vitalità e centralità marittima delle Boc-
che, sia il fatto che i rapporti commerciali con l’Impero Ottomano siano
rimasti un elemento di particolare rilievo per l’economia veneziana fino
al 1797, giustificando e accentuando il desiderio veneziano di mante-
nere buone relazioni con la Porta.
112 Cfr. le lettere di alcuni capitani del Golfo in Asv, Psa, 417. Solo nel 1707 si se-
gnalano casi di merci, quali la cera, transitate per il lazzaretto di Castelnuovo e poi
inviate a Senigallia: l’intervento delle autorità veneziane sembra aver interrotto questo
traffico. A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari cit., p. 101.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)