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                sembrano confermare che i numerosi illeciti si riferissero non tanto
                alle merci in uscita dal lazzaretto, quanto ad altri flussi di traffico,
                come quelli provenienti direttamente dall’Albania ottomana o dall’in-
                terno delle Bocche stesse 112 . Il traffico in uscita – e qui si entra nel
                secondo obiettivo – venne assicurato da vettori veneti, ma fallì invece
                il tentativo di estenderne il monopolio alla navigazione tra l’Albania
                ottomana e Castelnuovo, che rimase sempre in gran parte nelle mani
                dei dulcignotti. Indubbiamente l’abilità di questi ultimi nel giocare sul
                duplice tavolo della guerra di corsa e del commercio, grazie anche al
                sostegno delle locali autorità ottomane, diede loro la possibilità di met-
                tere in difficoltà i bocchesi, rafforzando nel contempo la storica animo-
                sità tra i due gruppi.
                   Riguardo al terzo obiettivo, la presenza all’uscita delle Bocche di
                una doppia cerniera protettiva (galeotta a Porto Rose, lazzaretto e col-
                legetto a Castelnuovo) rafforzò senza dubbio la capacità di controllo
                veneziano. Ciò non impedì tuttavia ai bocchesi di proseguire nella tra-
                dizionale  politica  di  illeciti  marittimi  che  li  caratterizzava  agli  occhi
                delle autorità veneziane. Questa inclinazione, alimentata dai privilegi
                goduti da secoli da comunità posizionate lungo un confine critico per
                la Repubblica e nel contempo fonti di importanti risorse marittime e
                navali, resero le Bocche un’area di costante compromesso tra le spinte
                dirigiste e centraliste del governo veneziano e la necessità di preservare
                la  fedeltà  delle  popolazioni  locali.  Una  politica  certamente  tipica  di
                tutto lo stato veneziano, ma che sembra aver qui avuto da un lato una
                particolare accentuazione, dall’altro aver forse incontrato i maggiori
                risultati, se si considera il fatto che le Bocche furono l’ultimo territorio
                veneziano ad ammainare la bandiera di San Marco al momento della
                caduta  della  Repubblica  nel  1797.  Si  tratta  di  considerazioni  forte-
                mente impressionistiche e ipotetiche, da confermare o smentire con
                nuove ricerche che potrebbero giovarsi anche degli archivi locali e di
                quelli di Ragusa. Ciò che appare sicuro è che l’esperienza di Castel-
                nuovo abbia confermato sia la vitalità e centralità marittima delle Boc-
                che, sia il fatto che i rapporti commerciali con l’Impero Ottomano siano
                rimasti un elemento di particolare rilievo per l’economia veneziana fino
                al 1797, giustificando e accentuando il desiderio veneziano di mante-
                nere buone relazioni con la Porta.





                   112  Cfr. le lettere di alcuni capitani del Golfo in Asv, Psa, 417. Solo nel 1707 si se-
                gnalano casi di merci, quali la cera, transitate per il lazzaretto di Castelnuovo e poi
                inviate a Senigallia: l’intervento delle autorità veneziane sembra aver interrotto questo
                traffico. A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari cit., p. 101.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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