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Da Pellestrina e dalla Laguna di Venezia a Eretz Israel 61
di necessità e si preoccupavano di dare assistenza per rintracciare fa-
miliari e raggiungere una nuova patria.
Nei nuovi campi di raccolta vi erano pure tensioni tra sfollati ebrei
e non ebrei, tra ex lavoratori coatti e sopravvissuti ai lager. Poco dopo
la fine della guerra in Europa, il presidente Truman incaricò il preside
dell’University of Pennsylvania di visitare i campi e di farne un rap-
porto. La visita si svolse nell’agosto 1945 e la relazione che ne venne,
il Rapporto Harrison, fu dirompente nel denunciare le situazioni criti-
che e nell’auspicare che agli sfollati ebrei fosse consentita la più ampia
possibilità di ingresso in Palestina. Oltre alle personali preferenze di
molti ebrei per migrare in Palestina e alle politiche dell’Unrra e poi
dell’Iro – che consideravano gli sfollati ebrei come una collettività ex-
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traterritoriale che poteva aspirare a una nazionalità – svolse un ruolo
importante anche il contesto internazionale con le diverse strategie dei
paesi vincitori: le ostilità sovietiche verso l’impero britannico e i suoi
alleati (Grecia, Iran e Turchia) e le difficoltà inglesi dopo l’enorme
sforzo bellico a garantire risorse su colonie e possedimenti. Inoltre, le
conflittualità nei campi di raccolta, come pure il contesto ancora cri-
tico per gli ebrei in alcuni paesi basti pensare al pogrom di Kielce, in
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Polonia, del luglio 1946, con 42 vittime e la stessa intransigenza del
̶
Regno Unito nel contingentare l’emigrazione in Palestina si scontra-
vano con il sionismo e l’aspirazione a costituire un nuovo focolare in
Palestina. Gli inglesi preferivano evitare campi riservati a ebrei nelle
loro zone di occupazione: si trattava di una scelta ‘etica’, che rifuggiva
dalla divisione per razza e religione, ma anche tendente ad allontanare
la questione palestinese. L’interesse degli americani, preoccupati di
evitare una eccessiva migrazione ebraica negli Stati Uniti, era invece
opposto.
Per comporre queste problematiche fu creato a fine 1945 un comi-
tato paritetico Inghilterra-Usa che produsse nell’aprile seguente una
relazione che confermava le analisi del Rapporto Harrison e raccoman-
dava la concessione del visto d’ingresso in Palestina a 100.000 sfollati.
Il comitato esprimeva di non conoscere «altro paese al di fuori della
Palestina in cui la grande maggioranza possa trasferirsi nell’immediato
futuro» e che «la Palestina è il paese in cui pressoché tutti gli sfollati
vogliono andare, anche perché sono sicuri di essere accolti assai me-
glio che in qualsiasi altro paese. In Palestina sperano di vivere in santa
pace e di ricostruire le loro vite» e sosteneva che la Palestina non do-
veva diventare né uno stato ebraico, né uno arabo, bensì uno stato che
«salvaguardi equamente i diritti e gli interessi dei musulmani, degli
ebrei e dei cristiani», e proponeva per questo il mantenimento del
6 International Refugee Organization, 1947, cui subentra poi l’attuale Unhcr.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)