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                mandato britannico fino all’attuazione «di un accordo fiduciario sotto
                l’egida delle Nazioni Unite» .
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                   Il governo laburista inglese si manteneva invece nell’idea di conser-
                vare il mandato con i limiti all’immigrazione ebraica stabiliti nel Libro
                Bianco del 1939 (una serie di disposizioni prudenziali emanate dalle
                autorità britanniche a seguito di una accesa rivolta della popolazione
                palestinese) e confermava il tetto di ingressi a 1.500 persone/mese,
                ritenendo che esso fosse superabile solo con un accordo con gli arabi
                locali e dopo la deposizione delle armi da parte del movimento clande-
                stino ebraico. Mentre nei campi la tensione cresceva, in Palestina si
                sviluppava infatti il terrorismo sionista a opera delle organizzazioni Ir-
                gun Zvei Leumi e Lehi (nota come Banda Stern), anche con azioni ecla-
                tanti come l’attentato del 22 luglio 1946 con 91 vittime al King David
                Hotel di Gerusalemme, quartier generale dell’amministrazione civile e
                militare britannica, e il mese seguente con l’uccisione di due soldati
                britannici. Si deterioravano inoltre i rapporti tra gli inglesi e l’agenzia
                ebraica americana Jdc  e prendeva piede l’organizzazione delle rotte
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                clandestine che si avvaleva di una certa tolleranza da parte delle au-
                torità francesi e italiane. Si deve anche considerare che la gran parte
                dei sopravvissuti erano giovani. Ne veniva una forte intraprendenza
                volta a rifarsi una vita personale (molti i matrimoni ed alta la natalità)
                e a ricostruire una socialità culturale e religiosa .
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                   La decisione inglese di deportare in campi ‘di attesa’ a Cipro i mi-
                granti illegali intercettati non fu in grado d’essere dissuasiva . Del
                                                                             10
                resto, questi campi, malgrado consistessero di tende e baracche, erano
                certamente assai meglio di quanto i rifugiati si lasciavano alle spalle:
                vi erano servizi scolastici, religiosi, sportivi, ecc. Vi si poteva contare
                sull’aiuto del locale movimento di sinistra (Akel) e di una specifica or-
                ganizzazione  per  l’immigrazione  illegale  creata  dall’Haganah ,  la
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                struttura paramilitare ebraica nella Palestina sotto mandato britan-
                nico. Tra novembre 1946 e maggio 1948 furono autorizzati 750 in-
                gressi/mese da Cipro a Israele, tant’è che l’isola veniva chiamata Erev
                Eretz Ysrael ossia ‘la vigilia della terra di Israele’ . Tuttavia i campi di
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                Cipro non fecero affatto una buona impressione a Golda Meir, allora


                   7  D. Stone, La liberazione dei campi. La fine della Shoah e le sue eredità cit, pp. 159-
                160.
                   8  American Jewish Joint Distribution Committee.
                   9  R. Bonfil, Un mare così grande deve essere tranquillo, in AA.VV, Navi della spe-
                ranza. Aliya Bet dall’Italia 1945-1948, Proedi ed., Milano, 2018, p. 30.
                   10  D. Stone, La liberazione dei campi. La fine della Shoah e le sue eredità cit., p. 163.
                   11  ‘difesa’ in ebraico, organizzazione creata negli anni ’20 per la protezione dei kib-
                butz.
                   12  D. Stone, La liberazione dei campi. La fine della Shoah e le sue eredità cit., p. 165.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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